Pino Landonio  
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IL RISCHIO DELLE VARIANTI


Tre le contromisure di difficoltà e di complessità crescente



Pino Landonio


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Che il covid-19 possa produrre delle varianti è argomento ormai ben noto: del resto è tra le caratteristiche di tutti i virus, e non potevamo non aspettarcelo. Resta da chiarire quali siano i rischi cui andiamo incontro, e quali le contromisure necessarie.

La variante inglese è quella attualmente più conosciuta e più temuta nella popolazione europea. Sappiamo che la sua capacità contagiante è superiore a quella del virus originario: e già questo deve metterci sul chi va là. Il comitato tecnico scientifico ha calcolato che circa un quinto degli attuali contagi in Italia sia sostenuto da questa variante. Ciò significa che, nel giro di poche settimane, sarà la variante dominante anche nel nostro Paese, e si accompagnerà sia a un incremento della carica virale che a un conseguente sensibile incremento dell'Rt. E già il passaggio di colore di alcune Regioni nell'ultima settimana è un indice preoccupante.

Maggior capacità infettante vuol dire, purtroppo, aumento del numero dei contagi, e quindi del denominatore su cui calcolare la potenziale letalità. Come contrastare questo pericolo? Le norme sono, purtroppo, solo quelle solite: distanziamento e precauzioni conseguenti. Salvo la messa in campo, in maniera molto più efficace e tempestiva, dell'altra via di scampo che è il vaccino.

Sappiamo che la variante inglese è contrastata efficacemente dai vari vaccini oggi in circolazione: ma allora il fattore tempo, il fattore approvvigionamento e il fattore numerosità dei soggetti vaccinati sono variabili tutte interdipendenti e tali da delineare scenari tra loro molto diversi. Oggi possiamo calcolare una percentuale di popolazione immunizzata, tra contagi effettivi (doppi probabilmente rispetto a quelli rilevati) e vaccinazioni già effettuate, pari a circa il 10%, ossia tra 5 e 6 milioni di soggetti.

Ma per raggiungere una immunità di gregge sarà necessario andare ben oltre i due terzi della popolazione inizialmente stimata: bisognerà raggiungere almeno l'80-90% dei casi, ossia superare i 50 milioni di soggetti vaccinati. In quanto tempo? Basteranno sei mesi? Tanto prima faremo, tanto minori saranno i rischi per l’insieme della popolazione.

Ma attenzione alle altre varianti: quelle che già si conoscono (la brasiliana e la sudafricana) e le altre che il virus potrà mettere in campo nei prossimi mesi. Il rischio, in questi casi, è che non sia solo in gioco una più alta contagiosità, ma anche una minor efficacia neutralizzante dei vaccini attualmente disponibili. È questo il pericolo maggiore. Che deve indurre a tre contromisure almeno, di difficoltà e di complessità crescente:

1. la capacità di sequenziare il virus e, una volta evidenziate nuove varianti, intensificare i tracciamenti e gli isolamenti preventivi;

2. l’implementazione della ricerca e della produzione di vaccini che siano efficaci anche contro le nuove varianti;

3. l’organizzazione di una campagna di vaccinazioni che sia davvero planetaria: impegnarsi in una sfida solo regionale e lasciare, per fare un esempio, Africa o Sudamerica scoperti dal vaccino, vorrebbe dire esporre tutta la popolazione mondiale al rischio di nuove varianti e imprevedibili varianti.

È una sfida da far tremare i polsi. Ma non sono possibili scorciatoie. Il virus ci ha dichiarato guerra, e noi la guerra dobbiamo combatterla con tutta la determinazione e con tutte le risorse disponibili. Sapendo che sia il fattore tempo che il fattore spazio nel mettere in campo le contromisure necessarie sarà l'elemento determinante.

 

 

 

 

Pino Landonio
Nato nel 1949, padre di due figli e nonno di 5 nipoti. Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1973, e specializzato in Ematologia (1978) e in Oncologia (1986). Ha lavorato come ematologo e poi come oncologo all’Ospedale Niguarda, dal 1975 al 2006. Dal 2005 al 2010 è stato Consigliere Comunale a Milano. Dal 2011 collabora con l’Assessorato al Welfare del Comune di Milano e coordina, a Palazzo Marino, l’iniziativa “Area P” (incontri mensili di poesia). Ha pubblicato, per Ancora, tre raccolte di “Dialoghi immaginari” con poeti di tutti i tempi e paesi (2015, 2017 e 2019) e “Guarda il cielo”(30 racconti, 2016). Ha inoltre pubblicato
"Modello Milano " (Laurana, 2019); "Modello Lombardia?" (Ornitorinco, 2020); "E la gente rimase a casa" (La mano, 2021). (ndr)


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19 FEBBRAIO 2021