Pino Landonio  
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SOS PER IL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE


In gioco è il welfare di un paese che voglia dirsi “democratico”



Pino Landonio


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Ha fatto giustamente rumore l’appello dei 15 luminari in difesa del SSN. Da Parisi a Garattini, da Locatelli a Davini, da Mantovani a Luzzatto, da Vineis a Perrone, da Longo alla Dirindin, nel loro “manifesto” hanno sollevato tre ordini di problemi.

Il primo, quello del sottofinanziamento del SSN: siamo ormai al 6.2% rispetto al PIL, fanalino di coda in Europa. Questo si traduce, nei fatti, in un impoverimento delle prestazioni messe a disposizione dei cittadini, in un allungamento conseguente delle liste di attesa, e in un ricorso sempre più massiccio al privato (per chi ne ha le possibilità ) oppure alla rinuncia di cure che sarebbero necessarie. Più volte, da questa pagina, abbiamo sollevato questo problema, suggerendo, in tempi non sospetti, perfino il ricorso al MES per concorrere alle esigenze di finanziamento. Finora l’attuale governo è stato del tutto sordo a questa necessità, e anche le opposizioni si sono espresse in ordine sparso. È necessario che ci sia una rapida inversione di tendenza, pena la rimessa in discussione dei principi stessi dell’’universalismo e dell’accesso alle cure.

La seconda preoccupazione sollevata nell’appello dei luminari è il rischio connesso all’autonomia differenziata. Già scontiamo i vizi (e l’abbiamo visto in termini drammatici nell’ultima pandemia) di venti diversi servizi sanitari regionali. Accentuare queste diversità con l’autonomia differenziata, che finirebbe inevitabilmente per creare un paese a due velocità, con le regioni del nord avvantaggiate rispetto a quelle del sud, non farebbe che scardinare ancora di più l’idea stessa di un servizio sanitario “nazionale”.

Il terzo punto riguarda il problema della “ fuga “ degli operatori sanitari, medici e infermieri, dal pubblico verso il privato, o addirittura all’estero, che sguarnisce sempre più i servizi ospedalieri e impedisce la creazione di adeguati servizi territoriali. Di qui l’appello alla “valorizzazione degli operatori, alla loro tutela e alla garanzia di condizioni di lavoro sostenibili”. Ma anche in questo caso non sono alle viste misure, anche emergenziali, di inversione di rotta.

L’appello chiude lanciando un SOS forte e inquietante: “Tra qualche anno celebreremo il 50° compleanno del SSN: mantenerlo efficiente e in buona salute è un dovere morale verso le prossime generazioni, per non disperdere un patrimonio unico che abbiamo avuto la fortuna di ereditare”.

 

Vedremo finalmente qualche assunzione di responsabilità o anche questo appello risulterà inascoltato? In gioco non è una cosa qualsiasi, ma una delle due gambe essenziali su cui si regge, insieme alla scuola, il welfare di un paese che voglia dirsi “democratico”.

 

 

 

Pino Landonio
Nato nel 1949, padre di due figli e nonno di 5 nipoti. Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1973, e specializzato in Ematologia (1978) e in Oncologia (1986). Ha lavorato come ematologo e poi come oncologo all’Ospedale Niguarda, dal 1975 al 2006. Dal 2005 al 2010 è stato Consigliere Comunale a Milano. Dal 2011 collabora con l’Assessorato al Welfare del Comune di Milano e coordina, a Palazzo Marino, l’iniziativa “Area P” (incontri mensili di poesia). Ha pubblicato, per Ancora, tre raccolte di “Dialoghi immaginari” con poeti di tutti i tempi e paesi (2015, 2017 e 2019) e “Guarda il cielo”(30 racconti, 2016). Ha inoltre pubblicato "Modello Milano " (Laurana, 2019); "Modello Lombardia?" (Ornitorinco, 2020); "E la gente rimase a casa" (La mano, 2021). (ndr)


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05 APRILE 2024