Carlo Bertelli  
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LE CITTÀ E IL VALORE IDENTITARIO DELLA BELLEZZA


Commento al libro di Marco Romano



Carlo Bertelli


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Il libro di Marco Romano - Le belle città. Cinquanta ritratti di città come opere d'arte (Utet, 2016) - tocca problemi assai vasti nei quali è suggestivo addentrarsi. In passato fu Camillo Sitte che - con il suo Der Städtebau nach seinen Künstlerischen Grundsätzen del 1889 - si chiese quale fosse la composizione migliore, dal punto di vista estetico, di una piazza o di una via. Il contributo di Marco Romano è assai più ampio e tocca la città nel suo insieme, come un organismo in crescita. Il boscaiolo sa quali conseguenze avrà per la crescita della pianta la sua potatura. Anche la crescita della città richiede capacità di previsione, che le città raggiungono attraverso lunghi dibattiti, avendo in mente, sempre, che quell'opera collettiva che è la città, deve risultare bella.

Augusto, che si vantava di aver fatto di Roma una "città di marmo", aveva nella sua casa sul Palatino una stanza, quella del suo studio, che era chiamata "Siracusa" perché una parete era occupata dalla veduta di questa metropoli ellenistica. Una città può nascere da un sogno, come Karlsruhe e, forse, anche Augusto sognava di fare di Roma una "Siracusa sul Tevere". Sempre, nella storia, il valore identitario della bellezza delle città non è sfuggito ai governanti. Siena - una città che stranamente non ha meritato il ritratto di Marco Romano - era così orgogliosa degli affreschi di Ambrogio Lorenzetti in Palazzo Pubblico da averli fatti riprodurre in arazzi che venivano esposti pubblicamente nella piazza, nelle grandi occasioni cittadine.

Com'è noto - e su questo il libro insiste - la città 'mangia'. Mangia ciò che le offre la campagna. Nel libro di Domenico Lenzi, detto Il Biadaiolo - ovvero lo Speculium humanae salvationis - le città si distinguono per come si comportano in tempi di dovizia e in tempi di calamità. A Siena, che caccia i poveri per non doverli sfamare, si oppone Firenze che invece li accoglie. In miniature a piena pagina le città sono rappresentate nel codice con mura, stemmi e principali monumenti.

Prima che Roma destasse da sola l'interesse alla propria rappresentazione - e ciò accadde prestissimo - per avere un'immagine di città ci voleva un'occasione particolare: la cacciata dei Bonaccorsi in un dipinto di Domenico Morone a Mantova, la rivolta di Masaniello in una celebre rappresentazione della piazza Mercato di Micco Spadaro. Prima ancora, la veduta di Napoli nella tavola Strozzi, dipinta da Francesco Rosselli per celebrare il ritorno della flotta aragonese dalla battaglia d'Ischia, il 12 luglio 1465.

Il volume di Marco Romano ha in copertina la riproduzione della famosa veduta di una piazza - quella della celeberrima Città ideale conservata alla Galleria Nazionale delle Marche a Urbino - formata da case nobili e dominata da un tempio. Si tratta di una scena talmente nota che è diventata la "città ideale" anche nei manifesti per le elezioni civiche. Questa apparente veduta di città fu l'occasione per una severa autocritica di Richard Krautheimer che si rimproverò di aver trattato l'argomento partendo da "un'idea brillante". E partire da un'idea brillante - scrisse Krautheimer - vuol dire non fare ricerca per giustificarsi. Una città simile sarebbe deserta, dunque lontana da quei disegni di scene teatrali, del Serlio e di Baldassare Peruzzi, dove le funzioni sociali degli edifici sono dichiarate e messe in rapporto con gli attori che li abiteranno. Un progetto esclusivamente fondato su una ricerca estetica delle città può dunque comportare anche aspetti negativi. Penso a Brasilia, per esempio, che a Marco Romano non è piaciuta proprio per niente. Oppure penso al successo che ebbe nel Seicento siculo il trattato di Pietro Cattaneo, uscito a Venezia nel 1567, che ispirò la fondazione di città stellari.

Le città a cui pensa Romano non sono chiuse nelle mura. La città dell'Ottocento demolisce le mura e si dota di una corona di viali. Viali che non sono fatti per 'mangiare', che non hanno una ragione strettamente economica, ma solo per bellezza e ristoro. Forse la più promettente autopresentazione d'una città italiana e di tutte le città del mondo è scritta, a Siena, sulla porta di Camollia: sena magis tibi cor pandit.

Carlo Bertelli

 

 

N.d.C. - Quello sopra è il testo dell'intervento alla presentazione del libro di Marco Romano che si è tenuta alla Triennale di Milano il 21 febbraio u.s. a cui, oltre all'autore e a Carlo Bertelli, ha preso parte Michele Salvati.

Carlo Bertelli, storico dell'arte, ha insegnato nelle università di Losanna, Venezia e Mendrisio. È stato ispettore dell'Istituto centrale per il restauro, direttore del Gabinetto fotografico nazionale e direttore della Calcografia nazionale promuovendone la fusione con il Gabinetto nazionale delle stampe da cui ha preso vita l'Istituto nazionale per la grafica. Ha inoltre ricoperto il ruolo di Soprintendente a Milano dando un significativo impulso al rinnovamento della Pinacoteca di Brera e al recupero del Cenacolo di Leonardo.

Tra le sue pubblicazioni: con Pinin Brambilla Barcilon e Antonietta Gallone (a cura di), Il ciborio della Basilica di Sant'Ambrogio in Milano (Milano: Credito artigiano, 1981); (a cura di), Il Millennio ambrosiano (Milano: Electa 1987-89); Piero della Francesca. La forza divina della pittura (Cinisello Balsamo: Silvana editoriale, 1991); (a cura di), L'Altomedioevo per la pittura in Italia (Milano: Electa, 1994); Masolino. Gli affreschi del Battistero e della Collegiata a Castiglione Olona (Milano: Skira, 1998); con G. P. Brogiolo (a cura di), Il futuro dei Longobardi. L'Italia e la costruzione dell'Europa di Carlo Magno (Milano: Skira, 2000); Lombardia medievale. Arte e architettura (Milano: Gruppo Banca Lombarda, 2002); Wolvinio e gli angeli (Mendrisio: Mendrisio Academy press, 2006).

Sul libro oggetto di questo commento, v. anche: Michele Salvati, Il mistero della bellezza delle città (7 luglio 2017).

N.B. I grassetti nel testo sono nostri

R.R.

 


© RIPRODUZIONE RISERVATA

24 NOVEMBRE 2017

 

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Ambito di riflessione e dibattito sulla città, il territorio, il paesaggio e la cultura del progetto urbano, paesistico e territoriale

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F. Indovina, Una vita da urbanista, tra cultura e politica, commento a: Memory cache (Clean, 2016)

J. Gardella, Architettura e urbanistica per fare comunità, commento a: Il Villaggio Ina-Casa di Cesate (Mimesis, 2016)

P. Bassetti, La città è morta? Il futuro oltre la metropoli, commento a: A. Balducci, V. Fedeli e F. Curci (a cura di),Oltre la metropoli (Guerini e Associati, 2017)

A. Villani, Pianificazione antifragile, una teoria fragile, commento a: I. Blečić, A. Cecchini, Verso una pianificazione antifragile (FrancoAngeli, 2016)

B. Petrella, I limiti della memoria tra critica e comportamenti, commento a: A. Belli, Memory cache (Clean, 2016)

P. Pileri, La finanza etica fa bene anche alle città, commento a: A. Baranes, U. Biggeri, A. Tracanzan, C. Vago, Non con i miei soldi! (Altreconomia, 2016)

A. L. Palazzo, La forma dei luoghi nell'età dell'incertezza, commento a: R. Cassetti, La città compatta (Gangemi, 2016)

D. Patassini, Lo spazio urbano tra creatività e conoscenza, commento a: A. Cusinato, A. Philippopoulos-Mihalopoulos (a cura di), Knowledge-creating Milieus in Europe (Springer-Verlag, 2016)

F. Bottini, La città è progressista, il suburbio no, commento a: R. Cuda, D. Di Simine, A. Di Stefano, Anatomia di una grande opera (Ambiente, 2015)

E. Scandurra, Dall'Emilia il colpo di grazia all'urbanistica, commento a: I. Agostini (a cura di), Consumo di luogo (Pendragon, 2017)

M. A. Crippa, Uno scatto di "coscienza storica" per le città, commento a: G. Pertot, R. Ramella (a cura di), Milano 1946 (Silvana, 2016)

R. Gini, Progettare il paesaggio periurbano di Milano, recensione di V. Gregotti et al., Parco Agricolo Milano Sud (Maggioli, 2015)

G. Fera, Integrazione e welfare obiettivi di progetto, commento a: L. Caravaggi, C. Imbroglini, Paesaggi socialmente utili (Quodlibet, 2016)

C. Bianchetti, La ricezione è un gioco di specchi, commento a: C. Renzoni, M. C. Tosi (a cura di), Bernardo Secchi. Libri e piani (Officina, 2017)

P. Panza, L'eredità ignorata di Vittorio Ugo, replica al commento di G. Ottolini a: A. Belvedere, Quando costruiamo case... (Officina, 2015)

A. Calafati, Neo.Liberali tra società e comunità, replica al commento di M.Ponti a: G. Becattini, La coscienza dei luoghi (Donzelli, 2015)

M. Ponti, Non-marxista su un dialogo tra marxisti, commento a: G. Becattini, La coscienza dei luoghi (Donzelli, 2015)

G. Semi, Tante case non fanno una città, commento a: E. Garda, M.Magosio, C. Mele, C. Ostorero, Valigie di cartone e case di cemento (Celid, 2015)

M. Aprile, Paesaggio: dal vincolo alla cura condivisa, commento a: G. Ferrara, L'architettura del paesaggio italiano (Marsilio, 2017)

S. Tedesco, La messa in forma dell'immaginario, commento a: A.Torricelli, Palermo interpretata (Lettera Ventidue, 2016)

G. Ottolini, Vittorio Ugo e il discorso dell'architettura, commento a: A. Belvedere, Quando costruiamo case, parliamo, scriviamo. Vittorio Ugo architetto (Officina, 2015)

F. Ventura, Antifragilità (e pianificazione) in discussione, commento a: I. Blečić, A. Cecchini, Verso una pianificazione antifragile (FrancoAngeli, 2016)

G. Imbesi, Viaggio interno (e intorno) all'urbanistica, commento a: R. Cassetti, La città compatta (Gangemi, 2016)

D. Demetrio, Una letteratura per la cura del mondo, commento a: S. Iovino, Ecologia letteraria (Ambiente, 2017)

M. Salvati, Il mistero della bellezza delle città, commento: a M. Romano, Le belle città (Utet, 2016)

P. C. Palermo, Vanishing. Alla ricerca del progetto perduto, commento a: C. Bianchetti, Spazi che contano (Donzelli, 2016)

F. Indovina, Pianificazione "antifragile": problema aperto, commento a: I. Blečić, A. Cecchini, Verso una pianificazione antifragile (FrancoAngeli, 2016)

F. Gastaldi, Urbanistica per distretti in crisi, commento a: A. Lanzani, C. Merlini, F. Zanfi (a cura di), Riciclare distretti industriali (Aracne, 2016)

G. Pasqui, Come parlare di urbanistica oggi, commento a: B. Bonfantini, Dentro l'urbanistica (FrancoAngeli, 2017)

G. Nebbia, Per un'economia circolare (e sovversiva?), commento a: E. Bompan, I. N. Brambilla, Che cosa è l'economia circolare (Ambiente, 2016)

E. Scandurra, La strada che parla, commento a: L. Decandia, L. Lutzoni, La strada che parla (FrancoAngeli, 2016)

V. De Lucia, Crisi dell'urbanistica, crisi di civiltà, commento a: G. Consonni, Urbanità e bellezza (Solfanelli, 2016)

P. Barbieri, La forma della città, tra urbs e civitas, commento a: A. Clementi, Forme imminenti (LISt, 2016)

M. Bricocoli, Spazi buoni da pensare, commento a: C. Bianchetti, Spazi che contano (Donzelli, 2016)

S. Tagliagambe, Senso del limite e indisciplina creativa, commento a: I. Blečić, A. Cecchini, Verso una pianificazione antifragile (FrancoAngeli, 2016)

J. Gardella, Disegno urbano: la lezione di Agostino Renna, commento a: R. Capozzi, P. Nunziante, C. Orfeo (a cura di), Agostino Renna. La forma della città (Clean, 2016)

G. Tagliaventi, Il marchio di fabbrica delle città italiane, commento a: F. Isman, Andare per le città ideali (il Mulino, 2016)

L. Colombo, Passato, presente e futuro dei centri storici, commento a: D. Cutolo, S. Pace (a cura di), La scoperta della città antica (Quodlibet, 2016)

F. Mancuso, Il diritto alla bellezza, riflessione a partire dai contributi di A. Villani e L. Meneghetti

F.Oliva, "Roma disfatta": può darsi, ma da prima del 2008, commento a: V. De Lucia, F. Erbani, Roma disfatta (Castelvecchi, 2016)

S.Brenna, Roma, ennesimo caso di fallimento urbanistico, commento a: V. De Lucia e F. Erbani, Roma disfatta (Castelvecchi 2016)

A. Calcagno Maniglio, Bellezza ed economia dei paesaggi costieri, contributo critico sul libro curato da R. Bobbio (Donzelli, 2016)

M. Ponti, Brebemi: soldi pubblici (forse) non dovuti, ma, commento a: R. Cuda, D. Di Simine e A. Di Stefano, Anatomia di una grande opera (Ambiente, 2015)

F. Ventura, Più che l'etica è la tecnica a dominare le città, commento a: D. Harvey, Il capitalismo contro il diritto alla città (Ombre corte, 2016)

P. Pileri, Se la bellezza delle città ci interpella, commento a: G. Consonni, Urbanità e bellezza (Solfanelli, 2016)

F. Indovina, Quale urbanistica in epoca neo-liberale, commento a: C. Bianchetti, Spazi che contano (Donzelli, 2016)

L. Meneghetti, Discorsi di piazza e di bellezza, riflessione a partire da M. Romano e A. Villani

P. C. Palermo, Non è solo questione di principi, ma di pratiche, commento a: G. Becattini, La coscienza dei luoghi (Donzelli, 2015)

G. Consonni, Museo e paesaggio: un'alleanza da rinsaldare, commento a: A. Emiliani, Il paesaggio italiano (Minerva, 2016)

 

 

I post

L'inscindibile legame tra architettura e città, commento a: A. Ferlenga, Città e Memoria come strumenti del progetto (Marinotti, 2015)

Per una città dell'accoglienza, commento a: I. Agostini, G. Attili, L. Decandia, E. Scandurra, La città e l'accoglienza (manifestolibri, 2017)