Emilio Renzi e Salvatore Zingale  
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UN FILO LUNGO E ROSSO


Massimo Bonfantini e il Club Psòmega alla Casa della Cultura



Emilio Renzi e Salvatore Zingale


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Un filo lungo e rosso ha unito per anni la Casa della Cultura e Massimo Bonfantini, il filosofo e semiotico spentosi il 17 febbraio dell'anno scorso. Nella Casa della Cultura, fin dal 1985 e poi con continuità dal 2003 sino alla fine, trovò la sede che avrebbe potuto allargare il suo discorso culturale al di là dei pur numerosi libri e articoli e dell'insegnamento nelle aule universitarie (prima quelle dell'Università di Bologna, poi quelle dell'Orientale di Napoli e ultime quelle della Scuola del Design del Politecnico di Milano). Trovò un pubblico più vasto e differenziato: le persone appassionate o anche solo comunque interessate a un sapere che programmaticamente voleva essere tutt'uno con la pratica, con il coinvolgimento degli ascoltatori o lettori, con il dialogo.

Dialogo, insieme ad abduzione e inventiva, è una delle parole chiave della semiotica di Massimo Bonfantini, che sulla scorta del pensiero di Charles S. Peirce da lui studiato, tradotto e presentato con tale vigore e ampiezza da diventarne il primo e maggior studioso italiano, voleva un sapere non dogmatico o in nessun modo calato dall'alto. Nel 1986 aveva dato vita, insieme al neurologo Renato Boeri, a Bruno Munari, a Umberto Eco e ad altri studiosi, al Club Psòmega: "una società di artisti, scienziati, filosofi per lo studio del pensiero inventivo e la pratica del vivere inventivo".

Un sapere che si costruisce nel confronto, tra domande e risposte e nuove domande e nuove risposte. Senza presupporre nessuno speciale nozionismo. Al contrario, uno spirito di ricerca libera, di "curiosità", di preferenza per la pluralità di punti di vista, di interesse per i libri di qualità che man mano si affacciano dai banchi delle librerie. Di partecipazione ai temi centrali del dibattito politico e culturale nazionale e nel mondo globale.

Già negli ultimi anni dell'insegnamento frontale al Politecnico, e a maggior ragione dopo le sue dimissioni volontarie, questo era il tipo di pubblico che Massimo Bonfantini voleva. E questo era l'organizzatore di corsi che la Casa della Cultura cercava.

I seminari e i corsi del Club Psòmega partivano dalla visione semiotica, che vede gli eventi storici e sociali come rappresentazione di visioni del mondo in conflitto o in dialogo, per poi toccare diversi altri campi: dalla filosofia alla letteratura, dalle arti alla politica. Il filo conduttore era lo studio e la pratica del pensiero inventivo, la capacità di rispondere ai problemi dell'ambiente e della storia sociale.

Negli incontri del Club Psòmega non era insolito partecipare a discussioni sul design o sulla narrativa poliziesca; sulle opere di filosofi (in particolare: Peirce, Paci, Ricoeur) così come sull'ecologismo e sulla crisi del capitalismo; oppure ascoltare musica dal vivo, con il pianoforte di Arrigo Cappelletti, o le declamazioni poetiche di Giulio Stocchi. Oppure assistere alla presentazione di libri o altre opere degli autori "psomeghini". La presentazione del volume collettaneo Su Peirce, il 10 dicembre 2015, ha segnato fra l'altro l'ultima presenza in pubblico di Umberto Eco.

Massimo non era solo, come amava definirsi, un organizzatore di cultura, ma anche un paziente e instancabile didatta. Il suo sogno era di fare del Club Psòmega una scuola popolare. Da ricordare il primo ciclo di corsi sulla storia, a cavallo dei due secoli, che uniti ai corsi al Politecnico hanno dato vita al libro Oggetti Novecento (2000) e poi Oggetti Novecento Duemila (2010). Negli anni più recenti, la Storia e il racconto della Storia, fra ricostruzione documentaria e ricostruzione romanzesca, era stato il tema maggiormente caro a Massimo e su cui ha basato l'attività del Club Psòmega dal 2015 al 2018. Da quegli incontri sono nati due volumi: Storia Storie Romanzo (2016) e Riprendiamoci la storia (2018), uscito postumo. Ogni incontro era accompagnato da un "foglio di scena" da distribuire fra i convenuti, con una presentazione sul tema trattato, le note biografiche dei relatori e una bibliografia essenziale.

Oggi questi fogli di scena sono una documentazione dell'attività del Club Psòmega, un diario di bordo di una nave che ha attraversato diversi mari della cultura. La preziosa ma difficile eredità di Massimo Bonfantini spinge ora tutti noi a trovare, inventivamente, il modo di proseguire la navigazione. Nelle nostre attività, nei nostri studi, in rinnovate iniziative collettive.

 


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11 OTTOBRE 2019