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PER UNA NUOVA AVVENTURA


Altri mondi dell'immaginare, dell'innovare e del fare






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I due candidati a diventare Presidenti degli Stati Uniti dispiacciono al sessanta per cento della popolazione americana, cosa mai prima accaduta. In verità non pare che siano molto graditi neppure altrove. Fenomeno macroscopico di quella crisi della politica che, ha scritto Vittorio Zucconi, è un vento pieno di paura e di collera che soffia dalle Alpi alle Montagne Rocciose. Il fatto è che non ci sono più grandi protagonisti, non solo nella politica, ma in generale dappertutto, nel mondo del cinema premiato a Cannes, nella nazionale di calcio, nella musica popolare e così via. Mancano le personalità geniali e creative. Epoca di decadenza, la nostra. Cosa invero che si ripete regolarmente dal tempo di Adamo, che della decadenza poteva indubbiamente lamentarsi a buon diritto.

Non credo che le cose stiano propriamente così. Non credo all’esistenza assoluta e astratta della originalità, della creatività e del genio. Credo al contrario che le condizioni perché grandi pensieri e grandi imprese emergano negli individui siano sempre abbondantemente quanto potenzialmente presenti nella maggioranza degli esseri umani. Quello che oggi manca, come in altri periodi, sono le condizioni “materiali” per il loro manifestarsi e concretarsi. In altre parole, mancano, a mio avviso, gli stimoli reali, gli strumenti concreti e i modelli efficaci per le trasformazioni innovative semplicemente perché le strutture economiche e sociali esistenti ne impediscono in molti modi il delinearsi e l’emergenza. Siamo come soffocati e rinchiusi in strutture del vivere e del fare che non lasciano entrare l’aria e che nel contempo impediscono ostinatamente e, purtroppo, efficacemente che si aprano porte e finestre.

In queste condizioni i singoli individui non possono da soli modificare la situazione, possono solo sfruttarla in parte, a proprio effimero vantaggio. Ma nel contempo, io credo, certamente si muovono in modo sotterraneo e del tutto invisibile per i nostri vecchi sguardi altri mondi dell’immaginare, dell’innovare e del fare, che emergeranno nel loro tempo opportuno e doneranno lo spazio perché finalmente lo spirito umano creativo, che soffia ovunque e non solo dove immaginiamo noi, travolga le barriere e dia inizio a una nuova avventura. Non sarà tutto rose e fiori, non eviteremo lacrime e sangue: già non li stiamo evitando. Speriamo però anche questa volta di cavarcela, così che un giorno, dopo epocali imprese e mirabili creazioni, si possa ricominciare a lamentarsi un poco della incipiente decadenza che ci affligge.


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03 GIUGNO 2016