Giuliano Della Pergola  
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RIADATTARSI AL DIVENIRE URBANO


Commento al libro di Giuliana Chiaretti



Giuliano Della Pergola


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A differenza di tanti studi sulla città dove l’urbanistica sembra poter fare a meno delle analisi sociali e ergersi così, sovrana e solitaria, a parlare dell’urbano come se le stratificazioni sociali, la demografia, le ideologie e le identità collettive non esistessero, il lavoro curato da Giuliana Chiaretti – Essere Milano. La scommessa di giovani vite (enciclopediadelledonne.it, 2019) – affronta metodologicamente le trasformazioni in atto a Milano coniugando un approccio urbanistico con altri, sociologici e culturali. Nel complesso ne esce un testo alquanto inusuale, originale, ricco di spunti felici e di intuizioni brillanti. Un libro teorico che non disdegna di dare voce agli intervistati che arricchiscono di testimonianze individuali un quadro storico in piena evoluzione.

Il periodo considerato è quello che dall’industriale scivola verso il post industriale, con tecnologie più diffuse e più sofisticate, e allacciato alla parte dell’Europa più evoluta. A quel fordismo, che per decenni aveva dominato la scena urbana nel milanese con aziende manifatturiere inquinanti, si è oramai andata sostituendo una più agevole trasformazione produttiva, più legata ai linguaggi informatici, alla comunicazione via computer, modificando dunque professioni, competenze, gerarchie produttive, qualità dei prodotti e distribuzione. Cresce il PIL, aumenta la ricchezza locale, ma si acutizzano anche le contraddizioni sociali: il fatturato aziendale diventa più cospicuo, ma paradossalmente si riduce l’occupazione, si diffonde il precariato quasi come una condizione di lavoro normale, i processi di impoverimento sociale sono indotti dalla stessa forma di produzione industriale avanzata. I giovani ne risentono più di altri e Milano si popola di una nuova classe d’età piena di attese frustrate e di sogni che si spengono dopo poco. Al crescere della ricchezza economica prodotta corrispondono anche problemi sociali aperti e acutizzati proprio dalla stessa forma produttiva informatica. La frettolosità, la frenesia del fare, resta quella dell’era industriale fordista, seppure modificata di senso: prima era il ritmo delle macchine a imporre il suo imperio alla giornata troppo intensa, ora invece la frenesia è indotta da un sistema sociale che è rimasto arretrato, troppo lento, troppo burocratico, così che alla fine produce inceppamenti e lentezze.

Con accenni critici e pensosi nei due saggi di Giuliana Chiaretti è proprio la frenesia a diventare il tema di riflessione centrale. Invece i due scritti di Liliana Padovani (Attrazioni e Lambrate) discutono di assetti cittadini milanesi a scale urbane diverse. La rilevanza di questa questione è presto detta: Milano è in “controtendenza” (pag. 32) con la stagnazione del resto d’Italia. Declino e degrado permangono, ma a fianco di queste resistenze al cambiamento emergono esperienze urbane rilevanti: Prada a Porta Romana, i Navigli ristrutturati, la nuova architettura al Quartiere Isola e alle Varesine, City Life, altri in via di sviluppo come la via Tortona, sono segnali di una trasformazione in atto che mira a ridisegnare l’intera città. Il suo profilo è già mutato, la sua organizzazione sociale si sta evolvendo. Milano non conosce un modello da seguire. Il cambiamento in atto avviene su una serie di proposte urbanistiche dettate da esigenze locali. E a fianco di questi forti segnali di mutamento, se ne affermano anche altri, di tipo culturale: Book City, il riuso di aree dismesse, la Fabbrica del Vapore, Brera, le zone limitrofe ai Navigli… Una nuova città sta nascendo a partire da quella tradizionale. Lambrate rappresenta poi un esempio di sotto comunità urbana degna di nota: poiché Lambrate si è sempre considerata un Comune a sé, dotato di una propria radicata identità territoriale. Quando è stata assorbita dalla Milano che la inglobava fisicamente, ha sempre rivendicato una sua propria dimensione locale. Non ha mai rinunciato a essere Lambrate.

Valentina Mutti discute delle opportunità che Milano propone a chi la sceglie come sua residenza, sia pure dentro a una cornice di “precaria normalità” (pag. 60).

Giancarlo Briguglia si sofferma sul fenomeno culturale e urbanistico dell’Evento, ne considera l’effetto sorprendente, forte nel momento della performance, e poi subito dopo, dimenticato, superato, perché la vita corre troppo in fretta rispetto alla lentezza delle costruzioni cittadine. È una riflessione sui limiti del concetto di “nuovo” e sulla permanenza necessaria della città, così abbarbicata alla propria storia.

Rossana Di Fazio fa i conti con una situazione fluida, poco strutturata e flessibile che richiede continui equilibri entro cui muoversi, in una città che, sì presenta una “creatività diffusa” (pag. 87), ma che anche a causa del mercato del lavoro tanto trasformato, varia all’infinito le opportunità e le difficoltà da superare. L’eccesso di flessibilità richiede all’attore sociale una ridefinizione delle sue mete personali e, oltre allo stress richiesto per sostenere una situazione del genere, induce anche crisi, incertezze e, spesso, ritardi nell’orientarsi definitivamente.

Sul saggio di Laura Balbo, così fuori tema rispetto al resto del libro, ricorderò la sua convinzione sulla limitatezza e sulla frammentarietà dei nostri “dotti” saperi.

Da parte dei singoli cittadini, soprattutto i più giovani, la duttilità necessaria per riadattarsi al divenire urbano - che in epoca post industriale riconfigura all’infinito mete e aspirazioni - richiede apprendimenti di nuove metodiche di vita mentre i modelli storici consueti vanno velocemente a finire in soffitta. Libro che si raccomanda per la sua originale visione d’insieme, quello curato da Giuliana Chiaretti rappresenta uno sforzo che va verso un rinnovamento metodologico e linguistico degno di nota.

Giuliano Della Pergola

 

 

N.d.C. – Giuliano Della Pergola – già professore di Sociologia urbana e rurale alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, visiting professor presso l'Università Catòlica di Santiago del Cile e studioso accreditato presso l'Istituto van Leer di Gerusalemme e il Department of Urban and Regional Studies della University of Honolulu (Hawaii, USA) – attualmente si dedica prevalentemente alla pittura in una prospettiva formale che si richiama all’espressionismo antifascista. Mostre delle sue opere sono state allestite in diverse città italiane e cilene.

Tra i suoi libri ricordiamo: La conflittualità urbana. Saggi di sociologia critica (Feltrinelli, 1972, 1974); Diritto alla città e lotte urbane. Saggi di sociologia critica (Feltrinelli, 1974, 1976, 1977); Cultura e città. Teoria e conflitti urbani (Ceidem, 1977); Le parti e l'intero. Lezioni di sociologia urbana (CLUP, 1990, 1996); La conflittualità urbana. Saggi di sociologia critica (Feltrinelli, 1990) Città, politica, pluralità. Saggi e interventi di sociologia urbana (FrancoAngeli, 1991); Il disagio dell’arte (Liguori, 1993); (a cura di) Urbanesimo. Antologia critica di scritti sulla città (Liguori 1993); Il declino della città. Saggi di sociologia urbana (Liguori, 1994); Vivere la città. Guida ai problemi urbani per non specialisti (Cittadella, 1995); L'architettura come fatto sociale. Saggi sulla crisi della modernità metropolitana (Skira, 1998); Le città antiche cosmogoniche (Testo & immagine, 2000); Israele, un amore inquieto. Discussioni sull'ebraismo contemporaneo (Rubbettino, 2003); La società ipocrita (Solfanelli, 2018); Incontrarsi a Gerusalemme (Tabula fati, 2019).

Su La società ipocrita, v. in questa rubrica: G. Consonni, Le ipocrisie della modernità (23 novembre 2018).

N.B. I grassetti nel testo sono nostri.

R.R.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

27 MARZO 2020

CITTÀ BENE COMUNE

Ambito di riflessione e dibattito sulla città, il territorio, il paesaggio e la cultura del progetto urbano, paesistico e territoriale

ideato e diretto da
Renzo Riboldazzi

prodotto dalla Casa della Cultura e dal Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano

in redazione:
Elena Bertani
Oriana Codispoti

cittabenecomune@casadellacultura.it

powered by:
DASTU (Facebook) - Dipart. di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano
 

 

 

Le conferenze

2017: Salvatore Settis
locandina/presentazione
sintesi video/testo integrale

2018: Cesare de Seta
locandina/presentazione
sintesi video/testo integrale

2019: G. Pasqui | C. Sini
locandina/presentazione

 

 

Gli incontri

- cultura urbanistica:
 
- cultura paesaggistica:

 

 

Gli autoritratti

2017: Edoardo Salzano
2018: Silvano Tintori

 

 

Le letture

2015: online/pubblicazione
2016: online/pubblicazione
2017: online/pubblicazione
2018: online/pubblicazione
2019: online/pubblicazione
2020:

F. Indovina, È bolognese la ricetta della prosperità, commento a: P. L. Bottino, P. Foschi, La Via della Seta bolognese (Minerva 2019)

R. Leggero, O si tiene insieme tutto, o tutto va perduto, Commento a: M. Venturi Ferriolo, Oltre il giardino (Einaudi, 2019)

L. Ciacci, Pianificare e amare una città, fino alla gelosia, commento a: L. Mingardi, Sono geloso di questa città (Quodlibet, 2018)

L. Zevi, Forza Davide! Contro i Golia della catastrofe, commento a: R. Pavia, Tra suolo e clima (Donzelli, 2019)

G. Pasqui, Più Stato o più città fai-da-te?, commento a: C.Cellamare, Città fai-da-te (Donzelli, 2019)

M. Del Fabbro, La casa tra diritto universale e emancipazione, commento a: A. Tosi, Le case dei poveri (Mimesis, 2017)

A. Villani, La questione della casa, oggi, commento a: L. Fregolent, R. Torri (a cura di), L'Italia senza casa (FrancoAngeli, 2018)

P. Pileri, Per fare politica si deve conoscere la natura, commento a: P. Lacorazza, Il miglior attacco è la difesa (People, 2019)

W. Tocci, La complessità dell'urbano (e non solo), commento a: C. S. Bertuglia, F. Vaio, Il fenomeno urbano e la complessità (Bollati Boringhieri, 2019)

S. Brenna, La scomparsa della questione urbanistica, commento a: M. Achilli, L'urbanista socialista (Marsilio, 2018)

L. Decandia, Saper guardare il buio, commento a: A. De Rossi (a cura di), Riabitare l'Italia (Donzelli 2018)

 

 

 

 

 

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