Annalisa Calcagno Maniglio  
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BELLEZZA ED ECONOMIA DEI PAESAGGI COSTIERI


Contributo critico sul libro curato da Roberto Bobbio



Annalisa Calcagno Maniglio


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Negli ultimi anni abbiamo assistito a grandi cambiamenti economici e sociali legati allo sviluppo tecnologico, alla dilagante banalizzazione dei territori, alla progressiva perdita di identità e valori dei paesaggi, alla stratificazione di nuove culture e stili di vita e al manifestarsi di gravi cambiamenti climatici. Architetti, urbanisti e paesaggisti hanno avvertito l'esigenza di integrare il paesaggio nelle politiche regionali e locali avviando un significativo rinnovamento in termini metodologici e procedurali e proponendo nuovi modelli operativi di protezione, pianificazione e gestione nel governo del territorio, finalizzati al superamento di alcune criticità e all'applicazione di innovazioni relative alla pianificazione paesaggistica. In numerosi istituti di ricerca, invece, è diventato un importante settore di studio l'approfondimento delle tematiche paesaggistiche e l'integrazione di diversi approcci conoscitivi e di approfondimenti interdisciplinari - storici, culturali, ecologici, sociali ed economici - per riconnettere tra loro, in una nuova "scienza del territorio", competenze diverse. L'integrazione di saperi a lungo frammentati ha consentito una più completa individuazione dei valori e delle criticità paesistiche per un miglior utilizzo delle risorse e una maggiore comprensione delle molteplici forze in campo. Una più corretta interpretazione dei problemi del degrado socio-economico e ambientale del territorio è riuscita ad avviare il superamento di una concezione vincolistica difensiva del paesaggio in favore della conservazione attiva del nostro patrimonio naturale e culturale. È in questo ambito che si colloca il libro curato da Roberto Bobbio, Bellezza ed economia dei paesaggi costieri (Donzelli, 2016)*, che documenta i risultati di un lavoro collegiale svolto  da un gruppo di docenti e ricercatori costituito presso il Dipartimento di Scienze per l'Architettura dell'Università di Genova e da alcuni ricercatori esterni interessati al progetto di ricerca. Gli uni e gli altri manifestano nei loro studi interesse e attenzione alle tematiche paesaggistiche, ai temi e ai problemi che le coinvolgono e all'applicazione di principi e obiettivi che considerano il paesaggio un organismo vivente, una risorsa comune che richiede azioni progettuali continue e sostenibili e che, nella trasformazione e sviluppo del territorio, privilegiano politiche integrate sia di piano che di progetto.

Le numerose analisi contenute nella pubblicazione sono state sviluppate con particolare riferimento a una porzione "di pregio" del paesaggio ligure - la fascia costiera del Tigullio - e sono rivolte a documentare, nei confronti della situazione attuale, la criticità e la vulnerabilità del tratto di litorale oggetto dello studio, a evidenziare le situazioni di rischio e i processi evolutivi in atto, dinamiche passate, presenti e prevedibili in futuro e a individuare e valutare la qualità degli elementi di bellezza di quel territorio per indirizzare la formulazione di azioni di recupero e riqualificazione. Le diverse fasi della ricerca elaborano dettagliatamente il quadro conoscitivo e il modello operativo applicati; le analisi conoscitive e valutative sono sviluppate e attentamente illustrate dai diversi ricercatori che hanno collaborato allo studio, approfondendo e organizzando i dati raccolti nella forma più opportuna all'ambito considerato. La ricerca è evidentemente strumentale a una pianificazione prevalentemente fondata sulla valutazione del territorio come spazio fisico e supporto alle attività economiche, a una programmazione attenta alla gestione corretta e all'uso controllato delle risorse ambientali oltre che rispettosa dei valori e delle identità del paesaggio. Si tratta di un lavoro che ha fatto emergere le numerose conoscenze che è necessario considerare per una completa comprensione dell'armatura strutturale e culturale del paesaggio, in cui è efficacemente presentato il modo in cui è stata sviluppata l'organizzazione del quadro delle conoscenze, la raccolta sistematica e il confronto dei dati esistenti e disponibili o di quelli appositamente raccolti sullo stato del litorale. Non manca infine la descrizione di come è stato attuato il riconoscimento dei valori paesaggistici, della rete dei percorsi storici, degli insediamenti rurali, delle emergenze naturali ed architettoniche,  dei patrimoni culturali riconosciuti e  di quelli meno noti o apprezzati nelle guide e nella più comune considerazione. 

L'obiettivo principale della ricerca - chiaramente espresso nel titolo Elementi di bellezza del paesaggio del Tigullio - è quello di indirizzare la formulazione di azioni di tutela, recupero e riqualificazione del paesaggio costiero nella gestione del territorio. La delimitazione della fascia costiera del Tigullio tra il mare e il primo crinale è illustrata da elaborati grafici, carte tematiche, riprese fotografiche realizzate dal mare. Una documentazione che consente di individuare i caratteri principali dei vari tratti di costa e di selezionare valori ambientali e sistemi insediativi profondamente alterati nel secolo scorso con la cementificazione e la costruzione di infrastrutture di vario genere. Ma consente anche di identificare la sussistenza di importanti emergenze naturalistiche e architettoniche da analizzare e valutare con appositi sopralluoghi.

Il professor Roberto Bobbio - coordinatore dello studio - illustra, in un interessante capitolo introduttivo, gli obiettivi, le finalità della ricerca, le fasi e la struttura del percorso analitico-conoscitivo applicato e i risultati conseguiti. Soprattutto insiste sulla possibile utilizzazione pubblica e condivisa dei dati raccolti, che potrebbero essere trasferiti e resi disponibili in rete attraverso le tecnologie informatiche consentendo di sviluppare analisi e valutazioni successive per interpretazioni paesaggistiche e territoriali del territorio oggetto di studio. Bobbio sottolinea la particolare attenzione rivolta nella ricerca al rapporto tra bellezza ed economia del paesaggio: l'autore sostiene che "un progetto di paesaggio esprime una volontà di bellezza, ma è anche un progetto economico", una relazione circolare che dovrebbe tendere all'equilibrio "tra uso, consumo e produzione di risorse" in risposta alle indicazioni sull'attività di pianificazione paesaggistica contenute nel Codice dei beni culturali e del paesaggio del 2004.  

Nell'individuare la "bellezza del paesaggio, come obiettivo dell'agire territoriale", la ricerca fa riferimento "alle leggi sulla tutela dei beni paesaggistici e architettonici del '39", a valutazioni soggettive di bellezza, legate ad una matrice culturale dei secoli passati e a leggi di tutela promulgate in adesione alla concezione idealistica delle cose d'arte. Tali obiettivi dello studio si distaccano dagli orientamenti culturali e dai principi sui quali la Convenzione Europea del Paesaggio (legge dello Stato dal 2006) ha fondato il suo impianto normativo e la sua efficacia giuridica: infatti, sostenere "l'utilità di porre la bellezza come obiettivo dell'agire territoriale" anziché prendere in considerazione - come sancisce la Convenzione - gli obiettivi più comprensivi ed oggettivi di "qualità paesistica" riferibili alla "qualità dei contesti di vita delle popolazioni" significa trascurare l'importante documento europeo. Questo raccomanda di rivolgere l'attenzione paesaggistica non solo ad aree di particolare valore e interesse, ma anche ai "paesaggi della vita quotidiana e ai paesaggi degradati" in quanto si ritiene giustamente che tutto debba essere considerato  "paesaggio".

Stando alle parole di Bobbio, la ricerca sembra poi distaccarsi da altri importanti fondamenti riferiti al paesaggio ed espressi nella Convenzione Europea (Firenze 2000). Per esempio quando si sostiene che "i paesaggi di pregio devono essere gestiti con razionalità economica, ossia integrando la tutela con obiettivi di sviluppo [e sin qui nulla da obiettare], la conservazione  di risorse culturali e paesaggistiche con la loro riproduzione". In numerosi rapporti ufficiali che offrono esaustive interpretazioni della Convenzione Europea del Paesaggio viene chiaramente espressa la necessità del superamento di una tutela vincolistica che non può fermare il tempo in favore di una protezione attiva applicata alla valorizzazione del patrimonio. Questo per orientare l'evoluzione dei paesaggi da trasmettere alle generazioni future senza immaginare di ricostruire caratteri naturali o antropici che sono andati perduti. Concetti che, tra l'altro, vengono ripresi anche nella prima parte del libro, in alcuni interessanti saggi (tra cui quello di Mariolina Besio) che trattano con chiarezza delle principali questioni teoriche relative al paesaggio, dei radicali cambiamenti di significato del concetto di paesaggio e, di conseguenza, delle prospettive di tutela, nonché degli strumenti di pianificazione e gestione. 

Il complesso di dati, notizie e informazioni contenuti nel volume, tuttavia, fornisce un significativo contributo di conoscenza delle vicende storiche e delle forme di organizzazione e d'uso dello spazio che si sono succedute nel tempo nell'area del Tigullio; fa emergere la natura complessa non solo delle componenti naturali, ma anche di quelle socio-culturali del paesaggio costiero considerato, nonché della loro identità paesaggistica che ne costituisce a tutti gli effetti il tratto caratterizzante. Vale forse la pena di sottolineare che le attività di raccolta dati, di catalogazione dei valori e delle risorse, andranno sempre più qualificandosi come strumenti indispensabili per interpretare complessità, specificità e  varietà  dei paesaggi e come strumenti indispensabili per l'individuazione delle scelte paesistico-territoriali da compiere - in particolare nelle aree caratterizzate da profondi processi di stratificazione antropica - nelle politiche di pianificazione del territorio, in quelle urbanistiche, ambientali, agricole, industriali, cioè in tutte quelle che possono avere un'incidenza diretta o indiretta sul paesaggio.

Per concludere, le informazioni raccolte nel volume, se correttamente interpretate alla luce dei principi e degli obiettivi paesaggistici contenuti Convenzione Europea del Paesaggio, avrebbero conferito il giusto rilievo e una maggiore utilità all'articolato e innovativo studio svolto. La ricerca, particolarmente ricca di approfondimenti conoscitivi, avrebbe assunto un interesse maggiore se riferita alle nuove frontiere della conservazione e valorizzazione dei sistemi di valori territoriali. È invece un libro che necessita di una lettura attenta e ripetuta per riuscire a coglierne ed apprezzarne gli approfondimenti e gli approcci analitici, oltre che per poter utilizzare in una sintesi progettuale i numerosi dati e le molteplici informazioni in esso contenute. 

Annalisa Calcagno Maniglio

 

 

* Con saggi di saggi di Mariolina Besio, Lidia Bisio, Roberto Bobbio, Cristina Càndito, Roberto Ferrara, Luigi Fusco Girard, Giulia Garibotto, Giampiero Lombardini, Valentina Marin, Giorgio Mor, Francesco Panero, Maria Rita Pinto, Paolo Rosasco, Paola Salmona, Angela Celeste Taramasso, Carlo Truppi, Chiara Vaccaro, Andrea Vergano, Luca Volpin.

 

N.d.C. - Annalisa Calcagno Maniglio, professore emerito in  Architettura del Paesaggio, ha istituito e diretto la prima Scuola di Specializzazione in Architettura del Paesaggio all'Università di Genova, dove è stata Pro-Rettore, Preside della Facoltà di Architettura e presidente del Corso di laurea in Tecniche per l'Architettura del Paesaggio. È Membro onorario di IFLA EUROPE e di ICOMOS ed Esperto del Consiglio d'Europa per la Convenzione Europea del Paesaggio. È stata responsabile di numerose ricerche nazionali e internazionali, dirige la collana Il Paesaggio edita da Franco Angeli ed è autrice di oltre duecento pubblicazioni scientifiche sul tema del paesaggio. Tra i suoi libri: Architettura del paesaggio, evoluzione storica (Calderini, 1982; nuova ed. agg., F. Angeli 2005); Giardini, parchi e paesaggi a Genova nell'Ottocento (Sagep, 1984); Giardini e parchi lucchesi nella storia del paesaggio italiano (Pacini, 1992); (a cura di) Paesaggio Costiero Sviluppo Turistico Sostenibile, Ricerca MIUR 2005 (Gangemi, 2009);  (a cura di), Il progetto di paesaggio per i luoghi rifiutati,  Ricerca MIUR 2007 (Gangemi, 2010); Alta Lunigiana: percorsi, segni storici del paesaggio (Pacini, 2011); Matériel pédagogique sur le paysage et l'éducation dans l'enseignement scolaire (Consiglio d'Europa, 2013); Per un Paesaggio di qualità. Dialogo su inadempienze e ritardi  nell'attuazione della Convenzione Europea (F. Angeli, 2015).

N.B. I grassetti nel testo sono nostri.

R.R.

 


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03 MARZO 2017

CITTÀ BENE COMUNE

Ambito di dibattito sulla città, il territorio e la cultura del progetto urbano e territoriale

a cura di Renzo Riboldazzi

con la collaborazione di Elena Bertani e Oriana Codispoti

 cittabenecomune@casadellacultura.it

 

 

Gli incontri 

2013: programma/present.

2014: programma/present.

2015: programma/present.

2016: programma/present.

 

 

Interventi, commenti, letture

2015: online/pubblicazione

2016: online/pubblicazione

2017:

M. Ponti, Brebemi: soldi pubblici (forse) non dovuti, ma, commento a: R. Cuda, D. Di Simine e A. Di Stefano, Anatomia di una grande opera (Ed. Ambiente, 2015)

F. Ventura, Più che l'etica è la tecnica a dominare le città, commento a: D. Harvey, Il capitalismo contro il diritto alla città (Ombre corte, 2016)

P. Pileri, Se la bellezza delle città ci interpella, commento a: G. Consonni, Urbanità e bellezza (Solfanelli, 2016)

F. Indovina, Quale urbanistica in epoca neo-liberale, commento a: C. Bianchetti, Spazi che contano (Donzelli, 2016)

L. Meneghetti, Discorsi di piazza e di bellezza, riflessione a partire da M. Romano e A. Villani

P. C. Palermo, Non è solo questione di principi, ma di pratiche, commento a: G. Becattini, La coscienza dei luoghi (Donzelli, 2015)

G. Consonni, Museo e paesaggio: un'alleanza da rinsaldare, commento a: A. Emiliani, Il paesaggio italiano (Minerva, 2016)