Vittorio Biondi  
  casa-della-cultura-milano      
   
 

LA NUOVA CRISI URBANA NEGLI USA


Commento al libro di Richard Florida



Vittorio Biondi


altri contributi:



  biondi-florida-urban-crisis.jpg




 

No, non si può dire che l'ultimo libro di Richard Florida - The New Urban Crisis. How our cities are increasing inequality, deepening segregation, and failing the middle class and what we can do about it (Basic Books, 2017) -, al centro di un intenso dibattito, sia un'abiura della celeberrima teoria delle tre T (talento, tecnologia, tolleranza) - esposta e divulgata in Rise of the Creative Class (Basic Books, 2004)- con cui Florida divenne uno dei sociologi urbani più citati e dei conferenzieri più ambiti del mondo occidentale. Più semplicemente, in questo nuovo lavoro l'Autore fa i conti - con apprezzabile onestà intellettuale e sulla base di un'ampia rassegna di studi quantitativi - con le profonde e radicali trasformazioni avvenute negli ultimi quindici anni negli USA: la drammatica accelerazione della globalizzazione e la crisi economica più profonda del dopoguerra; l'avvento nell'economia e nella società di un nuovo paradigma trainato dalle nuove tecnologie che sta completamente trasformando entrambe; la diffusione generalizzata di quell'insieme di fenomeni che vanno sotto il nome di urbanizzazione e che hanno portato nel 2007 la popolazione urbana del pianeta a superare la metà del totale e il tema della sostenibilità (nella sua triplice dimensione ambientale, sociale ed economica) ad affermarsi come un'autentica emergenza planetaria.

Florida si sforza di definire cosa sia la crisi che dà il titolo al volume e in cosa si differenzi da quella che le grandi metropoli americane vissero negli anni Sessanta e Settanta, caratterizzata dall'abbandono dei centri urbani da parte della classe media (the hole in the donut), dalla perdita della funzione economica trainante che avevano avuto nei decenni precedenti e da un complessivo decadimento della qualità della vita. Basti pensare a come la cinematografia di quegli anni descriveva le città, dalla saga dell'ispettore Callaghan a Taxi driver, da Un pomeriggio di un giorno da cani a Un giorno di ordinaria follia. In estrema sintesi, secondo Florida l'attuale crisi urbana è strettamente connessa alle conseguenze del drastico assottigliamento della classe media USA (e non solo) che ha connotato gli ultimi decenni e dall'impatto che questa complessiva ridistribuzione del reddito ha avuto sugli strati meno benestanti e tutelati della società, insieme all'aumento del costo della vita e, in particolare, il costo delle abitazioni nelle zone centrali delle grandi metropoli che ha prodotto la loro gentrificazione.

Certo, questo winner-take-all-urbanism ha permesso l'affermazione delle aree metropolitane come principali propulsori dello sviluppo economico del pianeta ed egli non nega l'importanza che la classe creativa di cui nello scorso decennio ha tessuto le lodi ha avuto e continua ad avere in questa competizione globale. Semplicemente riconosce che, accanto e insieme alla concentrazione di questi professionisti benestanti, acculturati e cosmopoliti nelle aree metropolitane più pregiate, si sono venute ampliando fasce di popolazione attiva, in particolare nel settore dei servizi, caratterizzate da scarsa scolarizzazione, lavori precari e basse retribuzioni, che fanno sempre più fatica a conciliare il lavoro nelle zone centrali e più care delle città e la vita in sobborghi sempre più lontani e peggio collegati da una rete dei trasporti pubblici su cui non si investe in misura significativa dagli anni Sessanta.

Da questo punto di vista, si tratta di una vera e propria inversione rispetto al modello insediativo impostosi nella seconda metà del secolo scorso, quando a centri urbani prevalentemente destinati a uffici e deserti dalle sei di sera alle otto della mattina seguente corrispondevano quartieri periferici residenziali dai quali la sempre più ampia classe media partiva la mattina, in cui faceva ritorno la sera e dove spendeva il proprio tempo libero godendo di un livello di servizi di buon livello, a partire dall'istruzione per i propri figli. Oggi la sostenibilità di questo modello è entrata in crisi, anche a causa all'espansione fisica delle metropoli e ai drammatici problemi sociali e ambientali connessi, alla rassegna dei quali l'Autore dedica una buona metà del volume.

Ma "if this crisis is urban, so its solution". Le soluzioni prospettate da Florida per definire un urbanism for all si possono riassumere in un complessivo ed energico intervento pubblico (da lui stesso - a scanso di equivoci - confrontato col New Deal roosveltiano) finalizzato a:

  • investire in infrastrutture e servizi che aiutino la densificazione dei centri urbani;
  • rivedere le regole della pianificazione urbanistica con l'introduzione di meccanismi di perequazione che riducano gli effetti dello squilibrio tra crescita dei prezzi del mercato immobiliare e impoverimento di sempre più ampi strati della popolazione;
  • intervenire sul mercato del lavoro cercando di convertire almeno una parte dei lavori sottopagati nel settore dei servizi in redditi più stabili ed elevati che permettano forme primarie di risparmio e accumulazione;
  • combattere la povertà con interventi coordinati sia sulle persone che sui luoghi, concentrandosi in particolare sui programmi di edilizia sociale e il miglioramento dell'istruzione pubblica;
  • trasferire maggiori poteri dal livello federale a quello metropolitano e locale, mettendo i sindaci delle grandi metropoli nelle condizioni di esercitare il ruolo di leader delle proprie comunità.

L'aspetto quasi paradossale - sottolineato dallo stesso Florida - è che questa sua riflessione, e soprattutto le proposte che ne scaturiscono, cozzano evidentemente con il quadro politico che si è venuto a determinare con l'inaspettata elezione di Trump alla presidenza degli Stati Uniti. Difficile immaginare una piattaforma ideologica, politica e programmatica più diversa della sua rispetto a quella auspicata da Florida dal punto di vista del ruolo che lo Stato, o comunque la politica, vi dovrebbe giocare e del grado di intervento che dovrebbe essere disponibile a mettere in campo per affrontare la Nuova Crisi Urbana.

Benché Florida apprezzi, seguendo il pluricitato Benjamin Barber di If Mayors Ruled the World. Dysfunctional nations, rising cities (Yale University Press, 2013) il potente pragmatismo bipartisan che caratterizza i sindaci delle grandi città, l'impressione è che la sua analisi e le sue proposte siano per il momento destinate nella migliore delle ipotesi ad alimentare il dibattito pubblico e accademico e possano tuttalpiù aspirare a costituire un contributo alla piattaforma degli avversari di Trump alle prossime elezioni presidenziali americane.

Vittorio Biondi

 

 

 

N.d.C. - Vittorio Biondi dirige il Settore Politiche industriali e Competitività territoriale di Assolombarda - Confindustria Milano Monza e Brianza. Ha svolto attività di ricerca e formazione presso lo IEFE (Istituto di Economia delle Fonti di Energia e dell'Ambiente dell'Università Bocconi) ed è stato direttore Progetti e Studi presso l'Istituto per l'Ambiente. Ha insegnato Organizzazione aziendale all'Università di Genova, Economia ambientale all'Università di Udine ed Economia urbana e dell'ambiente al Politecnico di Milano. È autore o coautore di oltre quaranta articoli scientifici pubblicati da riviste nazionali e internazionali sui temi dell'economia ambientale, dell'economia industriale e della pianificazione territoriale. Nel 2017 ha curato Milano metropoli possibile edito da Marsilio.

N.B. I grassetti nel testo sono nostri.

R.R.

 


© RIPRODUZIONE RISERVATA

01 GIUGNO 2018

CITTÀ BENE COMUNE

Ambito di riflessione e dibattito sulla città, il territorio, il paesaggio e la cultura del progetto urbano, paesistico e territoriale

ideato e diretto da
Renzo Riboldazzi

prodotto dalla Casa della Cultura e dal Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano

in redazione:
Elena Bertani
Oriana Codispoti

cittabenecomune@casadellacultura.it

powered by:
DASTU (Facebook) - Dipart. di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano
 

 

 

Le conferenze

2017: Salvatore Settis
locandina/presentazione

 

 

Gli incontri

- cultura urbanistica:
 
- cultura paesaggistica:

 

 

Gli autoritratti

2017: Edoardo Salzano
2018: Silvano Tintori

 

 

Le letture

2015: online/pubblicazione
2016: online/pubblicazione
2017: online/pubblicazione
2018:

P. Colarossi, Per un ritorno al disegno della città, commento a: R. Cassetti, La città compatta (Gangemi, 2012, rist. 2015)

A. Clementi, In cerca di innovazione smart, commento a: C. Morandi, A. Rolando, S. Di Vita, From Smart Cities to Smart Region (Springer, 2016)

P. Pucci, La giustizia si fa (anche) con i trasporti, commento a: K. Martens, Transport Justice. Designing fair transportation systems, (Routledge, 2017)

E. Trusiani, Ritrovare Mogadiscio, commento a: N. Hagi Scikei, Exploring the old stone town of Mogadishu (Cambridge Scholars Publishing, 2017)

A. Villani, Post-metropoli: quale governo?, commento a: A. Balducci, V. Fedeli, F. Curci, Oltre la metropoli (Guerini, 2017)

R. Cuda, Le magnifiche sorti del trasporto su gomma, commento a: M. Ponti, Sola andata (Egea 2017)

F. Oliva, Città e urbanistica tra storia e futuro, commento a: C. de Seta, La civiltà architettonica in Italia dal 1945 a oggi (Longanesi, 2017) e La città, da Babilonia alla smart city (Rizzoli, 2017)

J. Gardella, Attenzione al clima e alla qualità dei paesaggi, commento a: M. Bovati, Il clima come fondamento del progetto (Marinotti, 2017)

R. Bedosti, A cosa serve oggi pianificare, commento a: I. Agostini, Consumo di luogo (Pendragon, 2017)

M. Aprile, Disegno, progetto e anima dei luoghi, commento a: A. Torricelli, Quadri per Milano (LetteraVentidue, 2017)

A. Balducci, Studio, esperienza e costruzione del futuro, commento a: G. Martinotti, Sei lezioni sulla città (Feltrinelli, 2017)

P. C. Palermo, Il futuro di un Paese alla deriva, riflessione sul pensiero di Carlo Donolo

G. Consonni, Coscienza dei contesti come prospettiva civile, commento a: A. Carandini, La forza del contesto (Laterza, 2017)

P. Ceccarelli, Rappresentare per conoscere e governare, commento a: P. M. Guerrieri, Maps of Delhi (Niyogi Books, 2017)

R. Capurro, La cultura per la vitalità dei luoghi urbani, riflessione a partire da: G. Consonni, Urbanità e bellezza (Solfanelli, 2017)

L. Ciacci, Il cinema per raccontare luoghi e città, commento a: O. Iarussi, Andare per i luoghi del cinema (il Mulino, 2017)

M. Ruzzenenti, I numeri della criminalità ambientale, commento a: Ecomafie 2017 (Ed. Ambiente, 2017)

W. Tocci, I sentieri interrotti di Roma Capitale, postfazione di G. Caudo (a cura di), Roma Altrimenti (2017)

A. Barbanente, Paesaggio: la ricerca di un terreno comune, commento a: A. Marson (a cura di), La struttura del paesaggio (Laterza, 2016)

F. Ventura, Su "La struttura del Paesaggio", commento a: A. Marson (a cura di), La struttura del paesaggio (Laterza, 2016)

V. Pujia, Casa di proprietà: sogno, chimera o incubo?, commento a: Le famiglie e la casa (Nomisma, 2016)

R. Riboldazzi, Che cos'è Città Bene Comune. Ambiti, potenzialità e limiti di un'attività culturale

 

 

I post