Fulvio Adobati  
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CONOSCERE ATTRAVERSO IL PROGETTO


Commento al libro di E. Colonna Di Paliano, S. Lucarelli e R. Rao



Fulvio Adobati


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L’esperienza di Polaggia documentata nel volume di Edoardo Colonna Di Paliano, Stefano Lucarelli e Riccardo Rao – Riabitare le corti di Polaggia. Studi e prefigurazioni strategiche per la rigenerazione delle contrade medievali in Valtellina (FrancoAngeli, 2021) – è l’esito di un percorso di ricerca e progetto di sicuro interesse nell’ambito del dibattito sul fenomeno dello spopolamento delle aree interne montane e nel quadro delle politiche volte a favorire un “controesodo”. Tale percorso si inquadra in una più ampia attività di ricerca svolta con il progetto “Le radici di un’identità”, percorso che ha attivato la partecipazione attiva di abitanti e di soggetti locali intorno a una tensione progettuale volta a tracciare un disegno di futuro per un contesto ricco di valori storici ma, al tempo stesso, caratterizzato da un consistente abbandono.

Gli obiettivi della ricerca e i contenuti del libro sono chiaramente posti:

“il volume ha l’ambizione di proporre un modello di ricerca-azione che possa divenire esemplare, elaborando originali metodologie di intervento sul paesaggio storico: sebbene infatti la necessità di tutela dei paesaggi storici sia sempre più riconosciuta e con essa aumentino i contributi specialistici legati al loro studio, sembra mancare ancora una riflessione in grado di elaborare metodologie di intervento specifiche per l’attivazione di strategie di rigenerazione di questo genere di contesti” (p. 203)

Nel contesto politico, sociale e culturale delle “agende” per il controesodo, il volume interpreta la necessità di ri-costruire una adeguata conoscenza delle aree interne montane e dei centri abitati (quale Polaggia) anche in prospettiva storica, quale riferimento dell’organizzazione territoriale, autentiche fucine di attività economiche e di urbanità.

Come riconoscere e sostenere le nuove “latterie sociali”, intese (oltre che in senso proprio) come ancore socio-economiche dello sviluppo locale? Tra gli auspici delle spinte di ripensamento all’abitare che abbiamo discusso nella fase post-pandemica, la facile retorica incantata dei borghi montani – come ben argomenta Giovanni Semi (1) – si è presto dissolta lasciando alla luce le interessanti – quanto parziali e specifiche – traiettorie di valorizzazione già in atto ben prima della crisi pandemica per diverse località montane di tendenza. Dinamiche di crescita che beneficiano delle libertà offerte dal mondo digitale nell’organizzazione dei tempi e dei modi dell’abitare i territori, tra dimensione urbana-metropolitana e contesti rurali.

Il volume ci sollecita a una presa di coscienza -e di conoscenza- profonda, che abbia il coraggio di una sperimentazione progettuale che sappia interpretare e mettere in valore il capitale locale fatto di un patrimonio di strutture urbane storiche, di forme distintive di territorializzazione, di pratiche dell’abitare: in sintesi di una cultura dei luoghi che recupera un tutt’uno dell’abitato e del suo paesaggio, in una indissolubile unicità.

“Nell’affrontare queste delicate tematiche, si è ritenuto indispensabile rimettere al centro delle nostre riflessioni il significato da attribuire alla parola tradizione, oggi tanto mistificato, interrogandoci sulle differenti modalità percorribili per innestarci nel flusso trasformativo che dovrebbe agire in modo continuativo (ma sempre informato) nel tempo, e così poter condividere culturalmente, anche con gli abitanti del borgo, il significato da ascriverle” (…) (p. 178)

Nei contributi contenuti nel volume la rilettura pluri/interdisciplinare dei tratti distintivi del farsi dei luoghi nella storia -posta quale guida a una progettualità aderente al contesto- attraversa l’analisi delle forme dell’abitare che si sono sviluppate, i caratteri del costruito del borgo e insieme l’evoluzione storica del palinsesto territoriale di riferimento. Comunica a ogni passo la volontà di recuperare a risorsa di progetto la memoria del luogo (2).

Con il loro approccio, gli autori fanno emergere la necessità di risignificazione dello spazio e la forza comunicativa delle mappe, nella evidente volontà di affrontare progettualmente temi collettivi e tessuti connettivi che innervano l’abitato; riferimenti urbani e trama del costruito rappresentano la cornice di senso entro la quale ragionare su un ventaglio di progettualità aperte ad intercettare le opportunità offerte da bandi di diversa natura e livello (ma tutti accomunati dalla prospettiva di ri-vitalizzazione/ri-generazione urbana e territoriale).

Le prefigurazioni progettuali tratteggiano uno scenario di fiducia che dà forma a una progettualità forte e radicata, che si propone di ricondurre le azioni a configurazioni modulari in ragione delle risorse normative ed economiche via via attingibili. Un primo passo importante di un processo di rigenerazione che esige, per una autentica efficacia nel tempo, una costante cura e tensione politica e progettuale.

“Sui territori deve allora svilupparsi una capacità progettuale basata sulla condivisione di saperi diversi, accurati, rispettosi gli uni degli altri, in grado di fornire ai responsabili politici una lettura attenta dei reali disequilibri presenti nei luoghi per contribuire a immaginare un futuro realizzabile. In fin dei conti si tratta ancora di riscoprire quel “buon governo” di cui si ritrova traccia anche nella storia secolare delle contrade italiane” (p. 15).

La sfida, culturale e politica, sta tutta qui.

Fulvio Adobati

 

 

Note
1)
Giovanni Semi, 2022, Borghi per borghesi, in “Contro i borghi. Il Belpaese che dimentica i paesi”, a cura di F. Barbera, D. Cersosimo e A. De Rossi, Roma, Donzelli, pp. 87-92.

2) Sulla coscienza di luogo l’approccio fa riferimento privilegiato alla scuola territorialista, in particolare il riferimento pertinente più recente è in A.Magnaghi, Il principio territoriale, Bollati Boringhieri, Torino 2020.

 

N.d.C. Professore associato di Urbanistica presso il Dipartimento di Ingegneria e Scienze Applicate dell’Università degli Studi di Bergamo, Fulvio Adobati svolge attività didattica e di ricerca nel campo della pianificazione e della programmazione alle scale territoriale e regionale. Dirige il Centro Studi sul Territorio di Ateneo “Lelio Pagani”,

Tra i suoi libri: con Moris Lorenzi, Astino e la sua valle (Ferrari, 1997); con Lelio Pagani (a cura di), Le aerofotografie IGM del 1954. Per una lettura del territorio e del paesaggio bergamasco prima delle grandi trasformazioni (Bergamo University Press, 2004); con Alessandro Oliveri e Luca Tamini (a cura di), Commercio e politiche territoriali. Quattro temi emergenti (Bergamo University press 2005); con Maria Claudia Peretti e Marina Zambianchi (a cura di), la serie di Quaderni Iconemi. Alla scoperta dei paesaggi bergamaschi (2011-2020, Bergamo University Press); Geografie volontarie. Dal territorio disegnato al disegno di territorio (Aracne 2018); con Emanuele Garda (a cura di), Biografie sospese (Mimesis 2018) con Emanuela Casti e Ilia Negri (a cura di) Mapping the Epidemic: A Systemic Geography of COVID-19 in Italy (Elsevier 2021); con Gianpaolo Gritti (a cura di), CIAM 1949 + 70. Eredità, prospettive, programmi (Mimesis, 2021); con Emanuele Garda e Umberto Vascelli Vallara (a cura di) I paesaggi dell’abbandono. Forme, strumenti e risorse (MImesis 2022).

N.B. I grassetti nel testo sono nostri.

R.R.

 




© RIPRODUZIONE RISERVATA

03 NOVEMBRE 2023

CITTÀ BENE COMUNE

Ambito di riflessione e dibattito sulla città, il territorio, l'ambiente, il paesaggio e le relative culture progettuali

ideato e diretto da
Renzo Riboldazzi

prodotto dalla Casa della Cultura e dal Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano

in redazione:
Elena Bertani
Luca Bottini
Oriana Codispoti

cittabenecomune@casadellacultura.it

iniziativa sostenuta da:
DASTU - Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano
 

 

 

Conferenze & dialoghi

2017: Salvatore Settis
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2018: Cesare de Seta
locandina/presentazione
sintesi video/testo integrale

2019: G. Pasqui | C. Sini
locandina/presentazione
sintesi video/testo integrale

2021: V. Magnago Lampugnani | G. Nuvolati
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Gli incontri

2021: programma/1,2,3,4
2022: programma/1,2,3,4
2023: programma/1,2,3,4
 
 

 

Gli autoritratti

2017: Edoardo Salzano
2018: Silvano Tintori
2019: Alberto Magnaghi
2022: Pier Luigi Cervellati

 

 

Le letture

2015: online/pubblicazione
2016: online/pubblicazione
2017: online/pubblicazione
2018: online/pubblicazione
2019: online/pubblicazione
2020: online/pubblicazione
2021: online/pubblicazione
2022: online/pubblicazione
2023:

M. C. Tosi, Urbanistica? Raccontiamola in positivo, commento a: A. Clementi, Alla conquista della modernità (Carocci, 2021)

A. Petrillo, Satellite: cronaca di un fallimento, commento a: A. Di Giovanni e J. Leveratto, (a cura di), Un quartiere-mondo (Quodlibet, 2022)

P. Colarossi, Le città sono fatte di quartieri e di abitanti, commento a: L. Palazzo, Orizzonti dell’America urbana (Roma TrE-Press, 2022)

M. Agostinelli, Sufficienza? Un antidoto alla modernità, commento a: W. Sachs, Economia della sufficienza (Castelvecchi, 2023)

A. Lazzarini, I luoghi sono un'enciclopedia, commento a: G. Nuvolati (a cura di), Enciclopedia sociologica dei luoghi (Ledizioni, 2019-2022)

G. Laino, Napoli oltre i luoghi comuni, commento a: P. Macry, Napoli. Nostalgia di domani (il Mulino, 2018)

G. Zucconi, Complessità nella semplicità, commento a: G. Ciucci, Figure e temi nell’architettura italiana del Novecento (Quodlibet, 2023)

R. Tognetti, Altre lingue per il "muratore che ha studiato latino", commento a: L. Crespi, Design del non-finito (Postmedia books, 2023)

M. A. Crippa, Il paesaggio (in Sicilia) è sacro, commento a: A. I. Lima, La dimensione sacrale del paesaggio (Palermo University Press, 2023)

A. Petrillo, Dove va Milano?, commento a: L. Tozzi, L’invenzione di Milano (Cronopio, 2023)

A. Clementi, Cercasi urbanista responsabile, commento a: A. Belli, G. Belli, Luigi Piccinato (Carocci, 2022)

F. Visconti, L'ordine necessario dell'architettura, commento a: R. Capozzi, Sull’ordine. Architettura come cosmogonìa (Mimesis, 2023)

V. De Lucia, Natura? La distruzione continua..., commento a: A. Cederna, La distruzione della natura in Italia (Castelvecchi, 2023)

P. C. Palermo, Urbanistica? Necessaria e irrilevante, commento a: A. Clementi, Alla conquista della modernità (Carocci, 2020)

C. Merlini, L'insegnamento di un controesempio, commento a: A. Di Giovanni, J. Leveratto, Un quartiere mondo (Quodlibet, 2022)

I. Mariotti, Pandemie? Una questione anche geografica, commento a: E. Casti, F. Adobati, I. Negri (a cura di), Mapping the Epidemic (Elsevier, 2021)

A. di Campli, Prepararsi all'imprevedibile, commento a: S. Armondi, A. Balducci, M. Bovo, B. Galimberti (a cura di), Cities Learning from a Pandemic (Routledge, 2023)

L. Nucci, Roma, la città delle istituzioni, commento a: (a cura di) A. Bruschi, P. V. Dell'Aira, Roma città delle istituzioni (Quodlibet, 2022)

G. Azzoni, Per un'etica della forma architettonica, commento a: M. A. Crippa, Antoni Gaudì / Eladio Dieste. Semi di creatività nei sistemi geometrici (Torri del vento, 2022)

S. Spanu, Sociologia del territorio: quale contributo?, commento a: A. Mela, E. Battaglini (a cura di), Concetti chiave e innovazioni teoriche della sociologia dell’ambiente e del territorio del dopo Covid-19 ("Sociologia urbana e rurale", n. mon. 127/2022)

F. Camerin, La dissoluzione dell'urbanistica spagnola, commento a: M. Fernandez Maroto, Urbanismo y evolución urbana de Valladolid (Universidad de Valladolid, 2021)

M.Bernardi, Il futuro è nel glocalismo, commento a: P.Perulli, Nel 2050. Passaggio al nuovo mondo (il Mulino, 2021)

F.Ventura, Edifici, città e paesaggi biodegradabili, commento a: V. De Lucia, L’Italia era bellissima (DeriveApprodi, 2022)

M. Ruzzenenti, La natura? Un'invenzione dei tempi moderni, commento a: B. Charbonneau, Il Giardino di Babilonia (Edizioni degli animali, 2022)

G. Nuvolati, Il design è nei territori, commento a: A. Galli, P. Masini, I luoghi del design in Italia (Baldini & Castoldi, 2023)

C.Olmo, Un'urbanistica della materialità e del silenzio, commento a:C. Bianchetti, Le mura di Troia (Donzelli, 2023)

E. Scandurra, Dalle aree interne un'inedita modernità, commento a: L. Decandia,Territori in trasformazione (Donzelli, 2022)

M. Brusatin, Parlare al non-finito & altro, commento a: L. Crespi, Design del non-finito (Postmedia, 2023)

H. Porfyriou, L'urbanistica tra igiene, salute e potere, commento a: G. Zucconi, La città degli igienisti (Carocci, 2022)

G. Strappa, Ogni ricostruzione è progetto, note a partire a: E. Bordogna, T. Brighenti, Terremoti e strategie di ricostruzione (LetteraVentidue, 2022)

L. Bifulco, Essere preparati: città, disastri, futuro,
commento a: S. Armondi,
A. Balducci, M. Bovo,
B. Galimberti (a cura di), Cities Learning from a Pandemic: Towards Preparedness (Routledge, 2022)

A. Bruzzese, Una piazza per ogni scuola, commento a: P. Pileri, C. Renzoni, P. Savoldi, Piazze scolastiche (Corraini, 2022)

C. Sini, Più che l'ingegnere, ci vuole il bricoleur, commento a: G. Pasqui, Gli irregolari (FrancoAngeli, 2022)

G. De Luca, L'urbanistica tra politica e comorbilità, commento a: M. Carta, Futuro (Rubbettino, 2019)

F. Erbani, Una linea rossa per il consumo di suolo, commento a: V. De Lucia, L’Italia era bellissima (DeriveApprodi, 2022)

F. Ventura, L'urbanistica fatta coi piedi, commento a: G. Biondillo, Sentieri metropolitani (Bollati Boringhieri, 2022)

E. Battisti, La regia pubblica fa più bella la città, commento a: P. Sacerdoti, Via Dante a Milano (Gangemi, 2020)

G. Nuvolati, Emanciparsi (e partecipare camminando), commento a: L. Carrera, La flâneuse (Franco Angeli, 2022)

P. O. Rossi, Zevi: cinquant'annidi urbanistica italiana, commento a: R. Pavia, Bruno Zevi (Bordeaux, 2022)

C. Olmo, La memoria come progetto, commento a: L. Parola, Giù i monumenti? (Einaudi, 2022); B. Pedretti, Il culto dell’autore (Quodlibet, 2022); F. Barbera, D. Cersosimo, A. De Rossi (a cura di), Contro i borghi (Donzelli, 2022)

A. Calafati, La costruzione sociale di un disastro, commento a: A. Horowitz, Katrina. A History, 1915-2015 (Harvard University Press, 2020)

B. Bottero, Città vs cittadini? No grazie, commento a: M. Bernardi, F. Cognetti e A. Delera, Di-stanza. La casa a Milano (LetteraVentidue, 2021)

F. Indovina, La città è un desiderio, commento a: G. Amendola, Desideri di città (Progedit, 2022)

A. Mazzette, La cura come principio regolatore, F. C. Nigrelli (a cura di), Come cambieranno le città e i territori dopo il Covid-19 (Quodlibet Studio, 2021)

P. Pileri, La sostenibilità tradita ancora, commento a: L. Casanova, Ombre sulla neve. Milano-Cortina 2026 (Altreconomia, 2022)

A. Muntoni, L'urbanistica, sociologia che si fa forma, commento a: V. Lupo, Marcello Vittorini, ingegnere urbanista (Gangemi, 2020)