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PIÙ CHE L'INGEGNERE, CI VUOLE IL BRICOLEUR


Commento al libro di Gabriele Pasqui






altri contributi:



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L’ultimo libro di Gabriele Pasqui, Gli irregolari. Suggestioni da Ivan Illich, Albert Hirschman e Charles Lindblom per la pianificazione a venire (FrancoAngeli, 2022, Collana di studi e ricerche del Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano), svolge tesi e sviluppa idee con le quali la mia adesione è totale, certamente anche determinata dal comune lavoro a Mechrí, il Laboratorio di filosofia e cultura attivo a Milano da otto anni, lavoro incentrato sulla nozione di transdisciplinarità alla quale Gabriele Pasqui ha donato contributi fondamentali. In questo quadro il tema degli «irregolari» mi sembra una ulteriore tappa di questo cammino, declinato in base al tema specifico della pianificazione, per la quale Pasqui riveste competenze di grande rilievo. Vorrei riprendere qui, molto liberamente, alcune tesi e alcuni passaggi di questo piccolo-grande libro, meritevoli, a mio avviso, di particolare attenzione e di adeguata comprensione.

Anzitutto la suggestiva cornice riferita a tre intellettuali in postura critica, più o meno accentuata, verso le idee del loro (e nostro) tempo: gli irregolari, appunto; forse Nietzsche avrebbe detto «gli inattuali», la cui attualità sembrerà essere una fortunata anticipazione di futuro. Questione ambigua e complessa, perché ogni inattualità si nutre del presente e vi trova radici, così come ogni rifiuto della regola la presuppone per potersene anche solo distinguere. Pasqui lo sa bene. Parlando di Ivan Illich, «profeta visionario», Pasqui scrive: «Pochi intellettuali del secolo scorso sono stati come lui radicalmente antimoderni e congiuntamente figli del loro tempo» (p. 45). Nel contempo l’irregolarità dei tre studiosi assunti come ispirazione e come esempio è molto articolata e differentemente modulata, come Pasqui acutamente mostra e ci insegna, ma comune è un punto sul quale è molto importante insistere. Provo a riassumerlo a mio modo.

Tutti e tre gli irregolari travalicano lo specialismo disciplinare in modi più o meno accentuati, il che non significa che ne ignorino i tratti virtuosi e irrinunciabili; analogamente criticano le pretese riduttive di stampo analitico-tecnologico, l’affidamento ottusamente specialistico per la soluzione dei problemi della complessità sociale, criticano il riduzionismo scientistico della pianificazione, senza per questo ignorare gli apporti positivi dei saperi professionali e senza negare la necessità di continuare a pianificare. La realtà della nostra esperienza e dei suoi problemi è però assai più complessa di quanto possano dire e pensare le nostre attuali competenze e la loro somma estrinseca. Si tratta cioè di sospendere «la cieca fiducia nei saperi esperti» cui si affidano improvvidamente le istituzioni pubbliche. Ma non per questo si «nega la necessità di programmare, istruire, utilizzare tecnologie» (p. 66).

Di che cosa invece si tratta esemplifica bene, assieme a molte altre, la p. 70. Si tratta anzitutto di rendersi attenti ai discorsi e alle pratiche di vita quotidiane, al saper fare del bricoleur (diceva Lévi-Strauss), più, o oltre che, ai procedimenti tecnici dell’ingegnere. Si tratta in sostanza, io suggerirei, di prendere sul serio la grande intuizione husserliana del sapere pratico che caratterizza il mondo della vita, incentrato sulla opinione, sulla doxa, che da sempre dà luogo a conoscenze operative efficaci, sicuramente perfettibili, e nondimeno preliminari, fondamentali e irrinunciabili. Si tratta quindi di farsi carico «degli effetti concreti, pratici, delle scelte e delle azioni […] Si tratta sempre di osservare gli effetti, non le intenzioni, le modificazioni del campo, non la coerenza astratta del disegno. Si tratta, in altre parole, di pensare le politiche e i programmi che vengono promossi come dei grumi di pratiche. Pratiche cognitive e tecnologiche, istituzionali e politiche, interattive e sociali, che definiscono le condizioni entro le quali prende corpo quel che facciamo, progettiamo e programmiamo».

Ricordando il lavoro di Albert Hirschman, Pasqui scrive: «La sua prospettiva, praticata lungo tutta la sua carriera, è quella del trespassing. Questa postura non ha nulla a che vedere con l’interdisciplinarità, il dialogo tra discipline diverse intorno a un medesimo oggetto, assunto come un dato. Piuttosto, il trespassing è uno stretto parente della transdisciplinarità, intesa come esercizio di costruzione congiunta dell’oggetto del sapere a partire da una sospensione dei presupposti irriflessi delle singole discipline, che vengono evocate e rimesse in discussione a partire dalle loro specifiche pratiche metodologiche, di oggettivazione e di indagine» (p. 78). Questo approccio al radicalismo hirschmaniano, scrive ancora Pasqui, «mette in risalto l’unico anziché il generale, l’inatteso anziché l’atteso, il possibile anziché il probabile. A sua volta questo approccio si fonda su uno spostamento fondamentale dall’intenzione all’azione, dal disegno all’attuazione, dai presupposti alle conseguenze» (per esempio nel senso dell’abduzione del fallibilismo peirceano). «Il radicalismo hirschmaniano non produce teorie generali del cambiamento: esso riconosce invece mutamenti puntuali, circoscritti, locali, che possono generare credenze, atteggiamenti e valori attraverso l’azione e i processi di sensemaking a essa connessi» (p. 95).

Seguendo il cammino di Charles Lindblom, «il meno irregolare dei tre irregolari» (p. 109), la deriva tecnocratica in corso, dice Pasqui, «è l’altra faccia di un processo intenzionale di radicale depoliticizzazione», il quale processo inibisce la «messa alla prova delle possibili soluzioni ai problemi sociali come pratica aperta e sperimentale» (per esempio nel senso del pragmatismo e dello sperimentalismo deweyani). Una ispirazione pragmatista che suggerisce «che si tratta innanzitutto di agire per conoscere» (pp. 120-1).

Vorrei infine porre l’accento sul «potere della parola» e sul grande tema della pratica dei discorsi, connessi anche al «potere invisibile» in cui si muovono i «grumi di pratiche»; donde l’infinito e indefinito divenire metamorfico delle cose e la radicale impossibilità di previsioni adeguate del futuro. Si tratta, scrive Pasqui, «dell’insieme dei discorsi che lavorano alle spalle delle cose e delle azioni, rendendo possibili alcuni regimi discorsivi a discapito di altri» (p. 123).

La trama dei nostri saperi teorici e pratici «è fatta di discorsi», dice Pasqui. Essi «vengono prodotti nei processi di interazione sociale e lavorano come basso profondo in tali processi. I discorsi comuni non sono pronunciati solo dalle persone comuni: essi caratterizzano anche le pratiche ordinarie della vita degli esperti, quando interagiscono tra loro e con altri attori. La sfera e l’atmosfera dei discorsi sono sempre necessariamente abitate in prima istanza dalle conoscenze ordinarie […] le conoscenze esperte sono sempre intrecciate indistricabilmente con i discorsi comuni, con valori, passioni, interessi, con la politica e il potere» (p. 130).

E invero i discorsi comuni, quelli della quotidianità sempre storicamente definita e in continua metamorfosi sociale e personale, non solo preparano i discorsi tecnici, scientifici, specialistici, ma li abitano continuamente e costitutivamente dall’interno, sia nel loro immaginarsi, formularsi, articolarsi, sia nel loro comunicarsi e trasmettersi. È un tema che attende ancora formulazioni più precise e più comprensive, unitamente al fatto per cui il fine dei discorsi che da tempo immemorabile accompagnano, con l’uso degli strumenti esosomatici, l’evoluzione dell’umano, non hanno lo scopo della espressione della verità riferita alle loro formulazioni, quanto e più quello della finalizzazione dell’azione comune e personale verso scopi ritagliati dal continuum della vita. Si tratta di agire per conoscere, dicemmo, si tratta di porre anzitutto la potenza dell’azione e la sua fecondità come scopo fondamentale della espressione, della comunicazione e della ricerca.

E così, come l’azione vivente seleziona all’interno di un ambiente idealmente infinito i suoi obiettivi, i suoi scopi, per dare soluzione ai suoi bisogni di sopravvivenza e di generazione, analogamente opera da sempre il discorso, concentrando il suo gesto espressivo su una selezione di elementi utili per il successo dell’azione. La sua efficacia ne misura la potenza e la fecondità trasmissiva, sulla cui base si definiscono gli abiti di risposta, le credenze, le conoscenze comuni e le figure di verità condivise, nel loro transito sempre provvisorio, mai definitivo, sempre in cammino: un’apertura tematica della funzione del discorso che è ancora tutta da sviluppare.

Carlo Sini

 

 

 

N.d.C. – Carlo Sini, già professore ordinario di Filosofia Teoretica all’Università degli Studi di Milano, è stato preside della Facoltà di Lettere e filosofia e ha tenuto corsi, seminari e conferenze negli Stati Uniti, in Canada, Argentina e in diversi paesi europei.

Membro fondatore, con Giuseppina Chiara Moneta, del «Collegium Phaenomenologicum» di Perugia, in questa sede ha organizzato nel corso degli anni Settanta i «Colloqui di filosofia», in collaborazione con Gianni Vattimo e Valerio Verra. Ha fatto parte del Direttivo Nazionale della Società Filosofica Italiana e dell’Institut International de Philosophie di Parigi; è socio dell’Accademia Nazionale dei Lincei, dell’Istituto Lombardo di Scienze e Lettere e dell’Archivio Husserl di Lovanio. Insignito nel 1985, per il libro Immagini di verità, del Premio della Presidenza del Consiglio dello Stato italiano, ha ricevuto nel 2002 la Croce d’Onore di Prima Classe per la Scienza e l’Arte dallo Stato austriaco. Nel 2014 la Commissione per la Concessione delle Civiche Benemerenze del Comune di Milano gli ha assegnato la medaglia d’oro per l’altissimo profilo della sua attività didattica e scientifica, con la quale ha dato lustro a Milano in Italia e nel mondo.

Ha collaborato per oltre un decennio, e collabora tuttora saltuariamente, con le pagine culturali del «Corriere della sera». Ha fondato e diretto per molti anni la rivista «L’uomo, un segno». Cofondatore e direttore della rivista «Paradosso» (con Giorgio Agamben, Massimo Cacciari, Umberto Curi, Sergio Givone, Vincenzo Vitiello), è attualmente anche condirettore (con Rossella Fabbrichesi) di «Nóema», rivista online di filosofia presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università degli Studi di Milano. Ha diretto e dirige tuttora varie collane di filosofia presso diverse case editrici (ESI, Spirali, Egea, Jaca Book, ETS, Mimesis)

È autore di un gran numero di saggi e articoli apparsi su svariate riviste e in volumi miscellanei; i suoi libri più importanti sono stati tradotti in inglese, tedesco, francese, spagnolo, catalano e persiano. Una raccolta delle sue Opere, in sei volumi e undici tomi, è in corso di pubblicazione presso l’editoriale Jaca Book di Milano.

Tra i suoi libri: Introduzione alla fenomenologia come scienza (Lampugnani Nigri, 1965; nuova ed. col titolo Introduzione alla fenomenologia, Shake, 2012); La fenomenologia (Garzanti, 1965); Whitehead e la funzione della filosofia (Marsilio, 1966); Il pragmatismo americano (Laterza, 1972; trad. spagnola parziale El pragmatismo, Akal, 1999); Semiotica e filosofia (il Mulino, 1978; trad. spagnola Semiotica y philosophia, Hachette, 1984; seconda ed. accresciuta, il Mulino, 1990; nuova ed. riveduta, con il titolo Eracle al bivio, Bollati Boringhieri, 2007); Passare il segno. Semiotica, cosmologia, tecnica (Il Saggiatore, Milano 1981; trad. spagnola Pasar el signo, Mondadori, 1989); Kinesis. Saggio d’interpretazione (Spirali, 1982); Immagini di verità (Spirali, 1985; trad. inglese Images of Truth, Humanities Press, 1993); Il silenzio e la parola, Marietti, 1989; nuova ed. Ipoc, Vimodrone 2012); I segni dell’anima. Saggio sull’immagine (Laterza, 1989; trad. tedesca Die Zeichen der Seele, Königshausen und Neumann, Würzburg 1995); Il simbolo e l’uomo (Egea, 1991); Il profondo e l’espressione. Filosofa, psichiatria e psicoanalisi (Lanfranchi, 1992; nuova ed. riveduta: IPOC, Milano 2014); Etica della scrittura (Il Saggiatore, 1992; nuova ed. Mimesis, 2013; trad. inglese Ethics of Writings, Suny Press, 2009); La filosofia teoretica (Jaca Book, 1992; 2018; trad. francese La philosophie théoretique, Menta, 1992); Pensare il progetto (Tranchida, 1992); in collaborazione con R. Fabbrichesi, Variazioni sul foglio-mondo (Hestia, 1993; rist. parziale in Opere, a cura di F. Cambria, vol. III, tomo II, Jaca Book 2013); Filosofia e scrittura (Laterza, 1994; trad. catalana Filosofia i escriptura, L’hora del Present, Barcelona 1997); Scrivere il silenzio. Wittgenstein e il problema del linguaggio (Egea, 1994; nuova ed. Castelvecchi, 2013); Gli abiti, le pratiche, i saperi (Jaca Book, 1996; nuova ed. riveduta in Opere, cit., vol. IV, tomo II, 2014); Teoria e pratica del foglio-mondo. La scrittura filosofica (Laterza, 1997; nuova ed. riveduta in Opere, cit., vol. III, tomo II, 2013); Scrivere il fenomeno. Fenomenologia e pratica del sapere, Napoli 1997; nuova ed. riveduta in Opere, cit., vol. III, tomo II, 2013); Idoli della conoscenza, Cortina, 2000; nuova ed. riveduta in Opere, cit., vol. IV, tomo II, 2014); La libertà, la finanza, la comunicazione (Spirali, 2001); La scrittura e il debito. Conflitto tra culture e antropologia (Jaca Book, 2002; 2020); Il comico e la vita (Jaca Book, 2003; 2017); Figure dell’enciclopedia filosofica. Transito Verità (Jaca Book, 2004-2005, 6 voll.; nuova ed. riveduta, con il titolo Transito Verità, in Opere, cit., vol. V, 2012); Archivio Spinoza. La verità e la vita (Ghibli, 2005; nuova ed. riveduta in Opere, cit., vol. IV, tomo I, 2012); Il gioco del silenzio (Mondadori, 2006; trad. persiana, Ed. Tir, 2008); Il segreto di Alice e altri saggi (Alboversorio, 2006); Da parte a parte. Apologia del relativo (ETS, 2008); L’uomo, la macchina, l’automa. Lavoro e conoscenza tra futuro prossimo e passato remoto (Bollati Boringhieri, 2009); Del viver bene. Filosofia ed economia (Jaca Book, 2011; 2015; 2021); La verità è un’avventura. Conversazioni sulla filosofia e sulla vita, a cura di F. Anibaldi (Ed. Gruppo Abele, 2012); Il sapere dei segni. Filosofia e semiotica (Jaca Book, 2012; 2019; 2021); Dante. Il suono dell’invisibile (et al., 2013; Orthotes, 2019); Incontri. Vie dell’errore, vie della verità (Jaca Book, 2013); Il metodo e la via (Mimesis, 2013); Il gioco del silenzio (Mimesis, 2013); Reale, più-che-reale, virtuale; a cura di Florinda Cambria (AlboVersorio, 2014); Figure di verità (AlboVersorio, 2014); Enzo Paci. Il filosofo e la vita (Feltrinelli, 2015); Il cibo umano e lo spirito (AlboVersorio, 2015); Inizio (Jaca book, 2016); Trittico (Jaca Book, 2018); Lo specchio di Dioniso: quando un corpo può dirsi umano? Biologia e filosofia, dialogo tra Carlo Alberto Redi e Carlo Sini (Jaca Book, 2018); Picasso. Della pace e della guerra, con un testo di Sylvie Forestier (Jaca Book, 2018); La vita dei filosofi (Jaca Book, 2019); Perché gli alberi non rispondono. Lo spazio urbano e i destini dell'abitare, dialogo tra Gabriele Pasqui e Carlo Sini (Jaca Book, 2020); E avvertirono il cielo. La nascita della cultura, dialogo tra Telmo Pievani e Carlo Sini (Jaca Book, 2020); La tenda. Teatro e conoscenza, dialogo tra Antonio Attisani e Carlo Sini (Jaca Book, 2021); Idioma. La cura del discorso (Jaca book, 2021); Spinoza o la buona vita (Jaca Book, 2022).

N.B. I grassetti nel testo sono nostri.

R.R.

 

 


© RIPRODUZIONE RISERVATA

14 APRILE 2023

CITTÀ BENE COMUNE

Ambito di riflessione e dibattito sulla città, il territorio, l'ambiente, il paesaggio e le relative culture progettuali

ideato e diretto da
Renzo Riboldazzi

prodotto dalla Casa della Cultura e dal Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano

in redazione:
Elena Bertani
Luca Bottini
Oriana Codispoti

cittabenecomune@casadellacultura.it

iniziativa sostenuta da:
DASTU - Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano
 

 

 

Conferenze & dialoghi

2017: Salvatore Settis
locandina/presentazione
sintesi video/testo integrale

2018: Cesare de Seta
locandina/presentazione
sintesi video/testo integrale

2019: G. Pasqui | C. Sini
locandina/presentazione
sintesi video/testo integrale

2021: V. Magnago Lampugnani | G. Nuvolati
locandina/presentazione
sintesi video/testo integrale

 

 

Gli incontri

2021: programma/1,2,3,4
2022: programma/1,2,3,4
 
 

 

Gli autoritratti

2017: Edoardo Salzano
2018: Silvano Tintori
2019: Alberto Magnaghi
2022: Pier Luigi Cervellati

 

 

Le letture

2015: online/pubblicazione
2016: online/pubblicazione
2017: online/pubblicazione
2018: online/pubblicazione
2019: online/pubblicazione
2020: online/pubblicazione
2021: online/pubblicazione
2022: online/pubblicazione
2023:

G. De Luca, L'urbanistica tra politica e comorbilità, commento a: M. Carta, Futuro (Rubbettino, 2019)

F. Erbani, Una linea rossa per il consumo di suolo, commento a: V. De Lucia, L’Italia era bellissima (DeriveApprodi, 2022)

F. Ventura, L'urbanistica fatta coi piedi, commento a: G. Biondillo, Sentieri metropolitani (Bollati Boringhieri, 2022)

E. Battisti, La regia pubblica fa più bella la città, commento a: P. Sacerdoti, Via Dante a Milano (Gangemi, 2020)

G. Nuvolati, Emanciparsi (e partecipare camminando), commento a: L. Carrera, La flâneuse (Franco Angeli, 2022)

P. O. Rossi, Zevi: cinquant'annidi urbanistica italiana, commento a: R. Pavia, Bruno Zevi (2022)

C. Olmo, La memoria come progetto, commento a: L. Parola, Giù i monumenti? (Einaudi, 2022); B. Pedretti, Il culto dell’autore (Quodlibet, 2022); F. Barbera, D. Cersosimo, A. De Rossi (a cura di), Contro i borghi (Donzelli, 2022)

A. Calafati, La costruzione sociale di un disastro, commento a: A. Horowitz, Katrina. A History, 1915-2015 (Harvard University Press, 2020)

B. Bottero, Città vs cittadini? No grazie, commento a: M. Bernardi, F. Cognetti e A. Delera, Di-stanza. La casa a Milano (LetteraVentidue, 2021)

F. Indovina, La città è un desiderio, commento a: G. Amendola, Desideri di città (Progedit, 2022)

A. Mazzette, La cura come principio regolatore, F. C. Nigrelli (a cura di), Come cambieranno le città e i territori dopo il Covid-19 (Quodlibet Studio, 2021)

P. Pileri, La sostenibilità tradita ancora, commento a: L. Casanova, Ombre sulla neve. Milano-Cortina 2026 (Altreconomia, 2022)

A. Muntoni, L'urbanistica, sociologia che si fa forma, commento a: V. Lupo, Marcello Vittorini, ingegnere urbanista (Gangemi, 2020)